Bartolomeo Carli Piccolomini
Bartolomeo Carli Piccolomini (1503-1538) fu cancelliere della repubblica senese nel 1529. Leggere gli scritti di un cancelliere di una repubblica del Cinquecento significa entrare in un “laboratorio” nel quale non bisogna mai perdere di vista l’articolazione tra lingua e politica. È il caso dei testi che qui si presentano: precoce lettore di Machiavelli, il Carli Piccolomini “usa” il suo più illustre collega fiorentino per pensare ed agire nella crisi politica della sua città. Quest’edizione non interesserà solo chi voglia approfondire la conoscenza della prima circolazione extra-fiorentina delle opere machiavelliane, ma anche chi desideri scoprire una nuova voce senese nel dibattito sulla “questione della lingua”. Discepolo e amico di Claudio Tolomei, Bartolomeo Carli Piccolomini intende confermare le tesi esposte dall’autore del Cesano, applicandole alla filosofia morale e spingendosi a delineare, talvolta anche in opposizione nei confronti del Bembo, la lingua perfetta per un “perfetto cancelliere”.