Francesco Guicciardini
Francesco Guicciardini (Firenze 1483-Arcetri 1540), letterato e storico, intraprese gli studi di diritto canonico e civile a Firenze divenendo, nel 1505, lettore di istituzioni di diritto civile; fu poi ambasciatore in Spagna dal 1512 al 1514, allorché tornò a Firenze e ottenne cariche pubbliche. Avvocato concistoriale e governatore di Modena (1516-24), nel 1524 ebbe la presidenza della Romagna. Nel 1529 il governo fiorentino lo dichiarò ribelle e ne ordinò la confisca dei beni. Ritiratosi a Roma, tornò a Firenze soltanto dopo la caduta della repubblica (24 settembre 1530). Tornati i Medici, fu ancora tra i sostenitori della famiglia; caduto in disgrazia si ritirò nella sua villa di Arcetri, ove si dedicò, sino alla morte, alla compilazione della Storia d’Italia. Tra le sue opere, oltre ai Ricordi politici e civili (cominciati prima del 1525 e scritti in due riprese) e alle Storie fiorentine (1509), restano fondamentali il Dialogo del reggimento di Firenze (iniziato nel 1521 e terminato nel 1525) e le Considerazioni sui discorsi del Machiavelli (1529). Del 1531 sono i Discorsi del modo di riformare lo stato dopo la caduta della repubblica e di assicurarlo al duca Alessandro.