Franco Antonicelli
Franco Antonicelli (1902-1974) non ha mai rinunciato a praticare le sue due grandi passioni, la letteratura e la politica, malgrado non gli sia sempre stato facile conciliarle. Difatti, dopo aver pubblicato nella collana da lui ideata per lanciare la Frassinelli il Moby Dick di Melville e il Dedalus di Joyce tradotti da Pavese, ma anche Il processo di Kafka nella versione di Spaini e altre storiche prime edizioni italiane, nel 1935 deve interrompere tale lavoro a causa del secondo arresto e del confino ad Agropoli cui viene costretto dal regime fascista. Evitato il destino più crudele occorso all’amico Leone Ginzburg, che fu tra gli ultimi a veder vivo nelle carceri di Regina Coeli, Antonicelli è nominato Presidente del Cln piemontese. Dopo la guerra torna a fare l’editore con la sua De Silva portando anche in libreria, nel 1947, il Se questo è un uomo di Levi rifiutato dall’Einaudi. Da allora a quando viene eletto Senatore della Repubblica alle politiche del 1968 e del 1972 nelle liste della Sinistra indipendente, Antonicelli presiede il Museo Nazionale del Risorgimento, l’Unione culturale che oggi porta il suo nome, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza, il Circolo della Resistenza, il Centro studi Piero Gobetti e l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza; continuando sempre a scrivere elzeviri, saggi, recensioni d’argomento letterario e reportage come quelli riproposti recentemente nel volume D’improvviso l’Italia (Passigli, 2022). Inoltre, come testimoniano i testi editi e inediti qui raccolti, tra la fine degli anni Quaranta e il 1968 Antonicelli è uno dei principali autori e conduttori di trasmissioni radiofoniche della Rai, che gli affidò anche uno dei primi programmi televisivi d’informazione libraria avviato nella stagione 1953-54 e interrotto per divergenze di ordine politico con il governo di allora.