Léon-Paul Fargue
Léon-Paul Fargue (1876-1947) mostrò il proprio talento poetico fin da adolescente. Seguì dapprima la lezione di Verlaine, Mallarmé, Laforgue, per quindi prediligere i toni dell’intimismo, dando forma a versi intrisi d’una malinconia solitaria e un’ironia agra, sebbene mescolate a una tenerezza di fondo. Tra le sue raccolte di poesie si ricordano: Tancrède (1911), Poèmes (1912), Pour la musique (1914), Banalité (1928), Vulturne (1928), Epaisseurs (1929), Sous la lampe (1930). Di grande interesse sono le sue prose e i suoi articoli su Parigi, composti in una lingua che si dispiega sovente in una deformante fantasmagoria: D'après Paris (1932), Le piéton de Paris (1939), Charme de Paris (1945). Significative anche le prose poetiche raccolte in Haute solitude (1941), e le memorie consegnate a: Refuges (1942), Lanterne magique (1944), Méandres (1947), Portraits de famille (1947).