Questo è un libro che viene da una grande distanza e la nomina come la madre di tutte le distanze e, dunque, della massima presenza: quella di chi, partito per sempre, torna per dire con le sue parole com’è il mondo lambito dal suo sguardo. Allora, questo è un libro di sintesi delle opposizioni, riassunto attivo di un percorso umano, disumano e postumano. Grande è la suggestione dell’inquadratura di Tommaso Di Dio e di certi passaggi danteschi, come «stette e ci guardò alquanto», mentre l’autore compie il suo cammino misterico e segreto, proseguendo il percorso interrotto di qualche moderno, che a sua volta seguiva le orme di altri antichi visitatori in versi di un oltre tomba alchemico e temporaneo, premendo e martellando le parole a ogni forma, per includere in esse lo sguardo vivo e lontano di chi tutto ha conosciuto e tutto riferisce, «neuroni e nuvole», «detergenti industriali» e «rachidi del grano». Il tono dei versi di Ardore risponde infatti pienamente al suo nome e al suo titolo, con una incrinatura di malinconia, quella del mondo visto da coloro che più niente hanno a pretendere, se non memoria e anche, spesso, giustizia. Possiamo dire, con le sue parole, che chi scrive ha «visto la vita», quella che zampilla in fitta corrispondenza amorosa, che pensa di incarnarsi in una concrezione futura del tempo e quella che si spegne in dispersione e tortura, la vita resa solida dalle parole come un raggio di sole sui vetri e anche la sua resa: all’asfalto (Carlo Giuliani), alla fossa comune (Walter Benjamin), senza essere mai vita neutrale. Anonima, forse, se per anonimato intendiamo l’estensione di un io individuale a identità collettiva, perché Ardore è anche somma di identità allo stato elementare, quello nel quale ogni mondo è “il” mondo, e un io lentamente impara a crescere senza io: a digradare, piano, nell’esistente. Maria Grazia Calandrone
- 978-88-9380-247-5
- 2023
- €18.00
Tommaso Di Dio (1982), vive e lavora a Milano. È autore di alcune raccolte di poesie, fra cui Favole (Transeuropa 2009), Tua e di tutti (Pordenonelegge-Lietocolle 2014), Verso le stelle glaciali (Interlinea 2020) e Nove lame azzurre fiammeggianti nel tempo (Scalpendi 2022). Si occupa di critica letteraria, filosofia e traduzione. In particolare, dal 2015 è membro del comitato scientifico del laboratorio di filosofia e cultura «Mechrí» ed è dal 2018 tra i curatori del progetto di poesia e arti visive «Ultima».