Benjamin Fondane
BAUDELAIRE E L'ESPERIENZA DELL'ABISSO
traduzione e cura di Luca Orlandini
Pare che Benjamin Fondane, autore del postumo Baudelaire et l’expérience du gouffre – «il est certain qu’on n’a jamais écrit quelque chose de plus profond sur Baudelaire» (Cioran) –, internato ad Auschwitz, citasse instancabilmente versi dell’autore de Les Fleurs du Mal. Monografia inclassificabile, eccentrica, oltre qualsiasi canone saggistico di critica letteraria e artistica, il suo Baudelaire obbliga infatti ad andare oltre ogni lettura estetica o esegesi letteraria o critica dell’opera di Baudelaire. Un’opera che ancora sembra ‘turbare’ l’esegesi baudelairiana (quando non viene totalmente abbandonata per superficialità), apparsa nello stesso anno – 1947 – in cui uscì il Baudelaire di Jean-Paul Sartre, la cui influenza è stata spesso occultata, è ancora oggi essenziale per capire l’unicità di Baudelaire, per toccare al cuore la sua verità: «Sì, nella vita perfino la calma e l’ordine offrono un’apparenza non pacificata, inquieta, o qualcosa di balordo, di incompiuto. Mentre nell’arte anche l’inquietudine e la tensione hanno qualcosa di pacificato e confortante. Certo, ammettiamo che dietro alla scenografia troviamo la parete nuda, la tela inchiodata grossolanamente, il vaso di colla, le pulegge abbandonate – quello che Baudelaire definisce ‘le charlatanisme inévitable de l’art’ – ma rifiutiamo di immaginare l’agonia, l’insonnia, l’umiliazione, l’angoscia e la bruttezza assoluta. Perfino quando parliamo di ‘l’envers du décor’, è ancora al rovescio artistico che pensiamo, al contrario di un décor, e non alla vita arbitraria che lo regge: una cosa è la vita, una cosa è l’arte. L’arte non è forse una difesa contro la vita? Un rifugio, un’evasione? Non è forse superiore alla vita?» (Fondane).
- 978-88-8419-641-5
- 2013
- €25.00
Benjamin Fondane (Iași, novembre 1898 – Auschwitz, 1944), autore fondamentale per la cultura europea, è stato un poeta, filosofo esistenziale, sceneggiatore, drammaturgo e cineasta romeno di origine ebraica. Inizialmente fu uno scrittore in lingua romena e partecipò ai circoli dell’avanguardia di Bucarest prima di trasferirsi a Parigi nel 1923. Là vi sviluppò, ai margini dei gruppi e delle scuole, la sua opera di poeta e di critico, scrivendo in francese. Divenuto discepolo del filosofo russo Lev Isaakovič Šestov, si dedicò a far conoscere il suo pensiero, a svilupparne le implicazioni nell’ambito della poesia. Durante la guerra collaborò a varie pubblicazioni clandestine. Denunciato dalla Gestapo, in quanto ebreo, fu deportato ad Auschwitz e venne gasato il 2 o 3 ottobre del 1944. Tra le sue opere maggiori: Rimbaud le Voyou [1933], La Conscience malheureuse [1937], Baudelaire et l’expérience du gouffre [1947], Rencontres avec Léon Chestov [1982].
Luca Orlandini ha curato e tradotto in Italia le maggiori opere di Benjamin Fondane: Baudelaire e l’esperienza dell’abisso (2013), La coscienza infelice (2016), In dialogo con Lev Šestov. Conversazioni e carteggio (2017), usciti presso Aragno, e una prima edizione del Falso Trattato d’estetica. Saggio sulla crisi del reale (2014), poi pubblicato in una nuova edizione rivista e ampliata presso la Aragno (2021) . Sempre per i tipi di Aragno, ha pubblicato il saggio critico La vita involontaria. In margine al Baudelaire e l’esperienza dell’abisso di B. Fondane (2014) e Ritorno agli elementi (2020); nel 2017 ha curato la nuova traduzione, e prima edizione annotata criticamente, di L. Šestov, La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche.