Luigi Cibrario
BREVE STORIA DELL'ORDINE DEI CAVALIERI DEL TEMPIO
con un saggio introduttivo di Franco Cardini
Nel fatidico 1848, in sole quaranta copie, Luigi Cibrario pubblicava per i tipi di Alessandro Fontana quest’erudita storia dell’Ordine templare evidentemente destinata a una ristretta cerchia di amici e di estimatori. Ferveva, allora , la polemica sulla vera natura del "misterioso" Ordine religioso-cavalleresco, sulle sue vere e presunte colpe, sulle drammatiche circostanze della sua soppressione, sulle voci e sui documenti (falsi) attestanti la sua sotterranea sopravvivenza, sul suo rapporto con la massoneria. È altamente significativo che questo libro vedesse la luce proprio nel Grande Anno in cui la Chiesa romana e le aspirazioni liberali e nazionali che in Italia avevano nutrito di sé le società segrete sembravano convergere in una specie di azione comune. Vent’anni dopo, quando il Cibrario ormai prossimo alla morte si decideva a ristampare il suo saggio del ’48, insieme con altri scritti di storia cavalleresca, il panorama era mutato: ma le polemiche sui templari non si erano sopite. Rilette oggi, le pagine dell’illustre uomo politico ed erudito piemontese mantengono il loro fascino: opera di proba erudizione e di sereno distacco critico, esse sono comunque anche documento di quella passione per il medioevo che animò il Romanticismo e che – talor parallela ma spesso anche coincidente con la ricerca scientifica più severa, talaltra incline a spaziare tra i castelli, le foreste e le brughiere della fantasia – sta ancor oggi alla base sia della medievistica sia del "medievalismo".
- 978-88-8419-002-9
- 2000
- €13.42
Luigi Cibrario (1802-1870) seguì studi classici e si laureò in giurisprudenza, mentre lavorava come impiegato al ministero degli Interni. Nel 1833, su incarico di Carlo Alberto di Savoia, pubblicò Documenti sigilli e monete appartenenti alla monarchia di Savoia. Divenuto uomo di fiducia della famiglia reale ed eletto senatore nel ’48, prese parte al governo formato da Massimo d’Azeglio come ministro delle Finanze (1852); nel governo Cavour fu ministro della Pubblica Istruzione (1852) e degli Esteri (1853).