Guido Sasso
BREVI E SEMIBREVI
con una nota di Luca Serianni
Viene in mente, leggendo le poesie di brevi e semibrevi, un brano del trattato Del romanzo storico di Manzoni (1850), nel quale lo scrittore, tormentato dal rapporto tra finzione poetica e vero storico, definisce che cosa sia per lui il linguaggio poetico. Quando si discosta dal linguaggio comune, il poeta «non lo fa, o lo fa ben di rado, e ancor più di rado felicemente, con l’inventar vocaboli novi, come fanno, e devono fare, i trovatori di verità scientifiche; ma con accozzi inusitati di vocaboli usitati; appunto perché il proprio dell’arte sua è, non tanto d’insegnar cose nove, quanto di rilevare aspetti novi di cose note; e il mezzo più naturale a ciò è di mettere in relazioni nove i vocaboli significanti cose note». Si dirà che questa mia citazione dipende dall’abito del vecchio professore (se non del consumato retore alla ricerca di una chiusa ad effetto); e che, in ogni modo, le idee poetiche del Manzoni non sono quelle di Guido Sasso, che certo non ne sarà stato minimamente influenzato. Forse è così. Ma resta il fatto di una tangenza tra «vocaboli usitati» e originalità di risultati; e c’è in più la fiducia – questa non certo manzoniana – nel potere creatore della poesia.
(Luca Serianni)
- 978-88-8419-735-1
- 2015
- €10.00
Guido Sasso nato a Roma il 29 aprile 1959, si è diplomato in flauto traverso nel 1977 presso il conservatorio S. Cecilia di Roma. Ha svolto la sua attività con l’insieme strumentale di Roma, formazione dedita in particolare alla musica del ’700, da lui fondata col fratello Giorgio. Da dieci anni, per diletto (ora tormento), si dedica, senza alcun titolo, alla poesia.