Marsilio Ficino
COMMENTARIUM IN EPISTOLAS PAULI
a cura di Daniele Conti
Dopo una vita intera dedicata alla restaurazione della filosofia platonica, nel 1497 Marsilio Ficino, attraverso i torchi di Aldo Manuzio, faceva conoscere all’Occidente in traduzione latina quei testi di Porfirio, Giamblico, Proclo e Sinesio, con i quali aveva costruito, insieme con l’Asclepius e altri scritti della tradizione ermetica, le fondamenta teoriche del De vita coelitus comparanda. Nel medesimo anno, nella Firenze sconvolta dalla vicenda savonaroliana cominciò a stendere un commento alle Lettere di Paolo, che lasciò interrotto al V capitolo dell’Epistola ai Romani. Proporre per la prima volta l’edizione critica di quest’opera, studiarne le fonti e il metodo esegetico permette di portare alla luce l’ardito tentativo da parte di Ficino di coniugare spiritualità di impronta neoplatonico-ermetica con uno dei testi fondativi della teologia cristiana. Nello stesso tempo consente di rivelare un tassello sconosciuto della storia della filologia neotestamentaria quattrocentesca, e di restituire a Ficino un ruolo non marginale in quel processo di rinnovamento dello studio del testo della Scrittura che tra Quattro e Cinquecento trovò in Lorenzo Valla e Erasmo da Rotterdam i suoi massimi esponenti.
- 978-88-8419-869-3
- 2018
- €30.00
Marsilio Ficino (Figline Valdarno 1433-Careggi 1499) fu il maggiore esponente del platonismo italiano del sec. XV. Studiò a Firenze dove Cosimo de' Medici gli affidò l'incarico di tradurre Platone. Tradusse inoltre gli inni attribuiti a Omero e a Orfeo, la Teogonia di Esiodo, il Corpus Hermeticum e le Enneadi di Plotino. Raccolse intorno a sé un cenacolo di amici e discepoli che prese il nome di Accademia platonica. Tra le sue opere si ricordano: Theologia platonica (1469-74), De christiana religione (1473), il De Vita (1489) e le Epistole in 12 libri.
Daniele Conti