La fuga, l’allontanamento sono ambigue possibilità di salvezza. Ci si può salvare nelle selve, nello sperdersi in un bosco; o nelle profondità marine, ben rinchiusi in una cassa; ci sono smarrimenti e fughe attuati senza mai allontanarsi dalla propria stanza. Anche lo scrivere poesia può essere un passo laterale rispetto alla realtà, alla sua solida, disarmante, ottusa compattezza. La parola fuga denota, del resto, molte cose: è ciò che si insinua tra le piastrelle, che le tiene insieme e le separa allo stesso tempo; è una forma musicale sublime; è l’evasione del grande Houdini; è lo svolazzare fatuo dell’Angelo che non sa più scendere.
978-88-9380-084-6
2020
€12.00
Paola Nasti
è nata a Napoli nel 1965. È tra i fondatori della rivista di poesia «Levania», di cui è anche redattrice. Ha pubblicato testi creativi e opere in riviste, antologie e blog letterari. Finalista della XXXI e della XXXIII edizione (2017 e 2019) del Premio “Lorenzo Montano”, ha pubblicato Cronache dell’Antiterra (2018), e la plaquette Poesie dello yak impigliato per un pelo della coda (2019).