Gli anni torinesi costituiscono un momento centrale della vita di Lionello Venturi, non solo perché occupano cronologicamente la fase intermedia, dal 1914 al 1932, ma perché rappresentano uno snodo fondamentale sul piano tanto professionale quanto familiare e civile. I saggi raccolti in questo volume permettono di ricomporre, con nuove precisazioni, la situazione storico culturale e aggiungono, sulla base del materiale d’archivio ora depositato presso l’Università La Sapienza di Roma, elementi essenziali per comprendere il progressivo passare dello storico dell’arte da un nazionalismo improntato a un dovere di patria alla scelta dell’esilio. Consentono altresì di guardare all’altra Torino, quella lontana dal gusto e dalle espressioni figurative a lui familiari e di riflettere, sulla base del ruolo istituzionale da lui avuto nelle vicende dei musei cittadini, sull’influenza ancora esercitata nel secondo dopoguerra sulle scelte e sugli acquisti di opere da parte della Galleria Civica d’arte moderna. Nel complesso, dunque, un libro capace di avviare nuove riflessioni e destinato ad essere una tappa imprescindibile per la conoscenza della figura di Lionello Venturi.