Giuseppe Marc'Antonio Baretti
DEI MODI E COSTUMI D'ITALIA
a cura di Matteo Ubezio
Accusato di omicidio in terra inglese, nel frangente più difficile che gli sia mai toccato di affrontare, Baretti rifiuta d'essere difeso da un avvocato e dinanzi ai giudici recita «vestito a lutto... con voce alta e patetica» il discorso che ha composto di proprio pugno nei giorni precedenti il processo. Non accetta sconti, e poichè intende «portare fuori l'onore intatto, per rispetto alla famiglia e alla patria» consegna alla cronaca e alla storia il migliore emblema di sé. Quando due anni prima aveva scritto l'Account of the Customs and Manners of ltaly lo animava il medesimo spirito. L'Account, che dopo complesse e confuse vicende editoriali appare ora per la prima volta in traduzione integrale, si maschera come replica polemica contro un insolente libello antiitaliano, ma in realtà è molto di più: critica filosofica ai pregiudizi campanilistici; promozione di un'identità nazionale al cospetto del tribunale dell'Europa; soprattutto è il libro sul non detto dell'Italia. Non luoghi oscuri o profonde dissezioni: per Baretti il riscatto morale e materiale dell'Italia viene da uomini, cose e orizzonti affatto comuni e collocati in piena luce meridiana, ma da sempre, per la loro stessa quotidianità e la superficialità degli sguardi stranieri, invisibili. Colorato di tutti gli umori di Aristarco Scannabue questo viaggio della memoria attraverso l'Italia e i pregiudizi su di essa giunge a noi come un documento di straordinario interesse antropologico e insieme si fa leggere come un romanzo imprevedibile.
- 978-88-8419-143-2
- 2003
- €30.00
Giuseppe Marc'Antonio Baretti (1719-1799). Vive tra Milano e Venezia stringendo amicizia con il gruppo dei Trasformati, tra i quali il Balestrieri, il Tanzi, il Parini, e con i fratelli Gozzi, dei quali appoggia la battaglia antigoldoniana. La sua precoce carriera di polemista, che in gioventù egli accompagna a quella di poeta bernesco (Piacevoli poesie, 1750); ha il suo culmine nella breve ma folgorante avventura giornalistica della «Frusta Letteraria» (1763-1765). Viaggiatore entusiastico visita più volte Spagna e Portogallo, che descrive nelle Lettere familiari (1762-1763) e nel Journey from London to Genoa (1770). A Londra è già vissuto per quasi un decennio, lavorando per il teatro d’opera e impartendo lezioni di italiano; e grazie a diverse opere di storia e critica letteraria e di lessicografia (tra cui il Dictionary of the English and Italian Languages, 1760) gode della stima della massima autorità intellettuale del momento, il Dr. Johnson. In Inghilterra, ormai terra d’elezione, emigra definitivamente nel 1766, dedicandosi, a cominciare dall’Account (1768), a una attività letteraria prolifica e varia: dall’edizione di Tutte le Opere di Niccolo Machiavelli (1772) alla critica del Discours sur Shakespeare et sur Monsieur de Voltaire (1777), dal Dictionary Spanish and English and English and Spanish (1778) alla Scelta di lettere familiari (1779).