Giovanni Tosi
DELLA VITA D'EMMANUEL FILIBERTO
a cura di Gabriella Olivero
2 VOLUMI INDIVISIBILI
Il De vita Emmanuelis Philiberti, pubblicato nel 1596, fu commissionato all’umanista milanese Giovanni Tosi (Ioannes Tonsus) dal duca Carlo Emanuele I che intendeva onorare la memoria di suo padre e rafforzare il prestigio della stirpe sabauda presso le altre corti europee. La biografia, a questo scopo scritta in latino, non è però un semplice resoconto delle imprese del Duca, ma è opera assai complessa e si presta a molteplici letture. La vita di Emanuele Filiberto, grande condottiero, statista e uomo di cultura, si intreccia infatti alle vicende della storia europea e dei suoi protagonisti, ripercorsi dall’autore in due libri scanditi dalla pace di Cateau Cambrésis. Il De vita supera così i confini della biografia celebrativa costruita secondo il modello umanistico e diviene una fonte privilegiata per comprendere i molteplici aspetti del mondo cinquecentesco. Il ritrovamento della traduzione italiana preparata dallo stesso Tosi, rimasta manoscritta e qui presentata a fronte del testo latino, permette ora la rara opportunità di leggere e confrontare le due redazioni dell’opera, mentre le note biografiche, che identificano ciascuno dei personaggi citati, consentono di recepire la fitta trama di relazioni tra Emanuele Filiberto e le corti di antico regime e di restituire nella sua integrità un grande affresco storico.
- 978-88-8419-684-2
- 2014
- €60.00
Giovanni Tosi (Milano 1528-1601) fu umanista e uomo politico, scrittore prolifico e poeta; compose sia in italiano sia in latino; oltre alla sua opera maggiore, il De vita Emmanuelis Philiberti, redasse anche un’altra biografia, la Vita Alphonsi Avalos Marchionis Vasti; tradusse in latino le omelie del vescovo Francesco Panigarola e fu anche autore di non pochi carmi latini, a carattere encomiastico o occasionale, che gli diedero fama e furono più volte pubblicati. Dottore in utroque iure, fu preposito di Brera, ma fu coinvolto nella congiura ordita contro Carlo Borromeo; dopo lo scioglimento dell’ordine degli Umiliati, cui apparteneva, divenne provveditore generale dello studio pisano, cavaliere dell’ordine di Santo Stefano e consigliere di stato di Carlo Emanuele I.