Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim
DELL'INCERTITUDINE E DELLA VANITÀ DELLE SCIENZE
Prefazione di Giovanni Pugliese Carratelli. A cura di Tiziana Provvidera
Nel rinnovato fervore di studi sul primo Rinascimento è oggetto di particolare attenzione l'interesse che tra il Quattrocento e il Cinquecento si accentuò per le indagini naturalistiche e le "scienze esatte", in coincidenza con la progrediente cognizione delle grandi correnti filosofiche dell'antichità e delle metodiche sperimentali d'ispirazione pitagorica e platonica. In quegli anni, infatti, medici e physiologoi, matematici e tecnici hanno saputo far tesoro di dottrine classiche nell'affrontare problemi concernenti le molteplici forme della natura e del vivere umano e nel cercar soluzioni ai contrasti che inevitabilmente sorgevano con radicate tradizioni e istituzioni religiose e politiche. Si è distinto tra quei dotti, in un momento assai critico per la vita civile dell'Europa, un medico di Colonia, Cornelio Agrippa di Nettesheim, componendo nel 1526 una De incertitudine ac vanitate scientiarum declamatio invectiva, seguita da una Apologia, l'una e l'altra notevoli per la vasta erudizione umanistica oltre che per l'esperienza fisiologica e per l'ispirazione tratta da grandi pensatori laici e religiosi del Quattrocento, quali Nicola Cusano e Giovanni Pico della Mirandola (Giovanni Pugliese Carratelli)
- 978-88-8419-171-7
- 2004
- €30.00
Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim (1486-1535), medico e astrologo tedesco, autore neoplatonico e umanista. Si iscrisse alla facoltà di arti all'università di Colonia nel 1499 e concluse con successo gli studi nel 1502. Intorno ai vent’anni Agrippa cominciò ad occuparsi di alchimia e per qualche mese studiò la cabbala in compagnia dell'abate benedettino Johann Heidenberg, meglio conosciuto oggi come Tritemio, presso il monastero St. Jakob di Würzburg. Nel 1509 iniziò ad insegnare all’Università di Dole in Francia sul De verbo mirifico di Johannes Reuchlin. In meno di un anno fu costretto ad andarsene dalle Fiandre a causa dell’accusa di eresia da parte del capo dei francescani Jean Catilenet. Nel 1510 mandò la prima bozza del suo De occulta philosophia libri tres a Tritemio che gli fece i suoi complimenti ma gli consigliò di mantenere lo scritto più o meno segreto. Nel 1511 per un certo tempo fu al servizio di Massimiliano I facendosi valere anche nell’arte militare. Combatté nella Lega di Cambrai contro la Repubblica di Venezia ed in seguito ricevette il titolo di Cavaliere per atti di coraggio.
Tiziana Provvidera è Honorary Research Associate presso il Dipartimento di Italianistica dello University College London, dove insegna moduli di Filosofia del Rinascimento, e collabora con la Sapienza Università di Roma in qualità di coordinatrice del Centro di ricerca scientifica “Laboratorio Erasmo” e con il Centro Studi Piero Gobetti di Torino. È inoltre membro della redazione di alcune riviste internazionali di studi politici e rinascimentali e ha partecipato a numerosi convegni italiani e internazionali del settore. Ha pubblicato e curato diverse edizioni critiche di testi rinascimentali, un epistolario tra Norberto Bobbio ed Eugenio Garin, le Opere politiche (3 voll.) del filologo ed erudito fiammingo Giusto Lipsio, al cui pensiero politico e alla sua ricezione nell’Italia tardo rinascimentale ha dedicato anche una monografia. Si occupa in particolare di filosofia politica ed etica nel mondo classico e nella storia del pensiero moderno.