Frederick Rolfe
DI SANTI, DIAVOLI E… «THE YELLOW BOOK» 1895-1896
Nel 1894 Henry Harland, scrittore statunitense, autore di alcuni romanzetti di argomento ebraico di cui si è persa memoria, fonda la rivista «The Yellow Book» (1894-1897), destinata a diventare il periodico di riferimento del decadentismo inglese. Illustrata, fra gli altri, da Aubrey Beardsley, rappresentò una delle manifestazioni più tipiche dello spirito e del gusto del tempo. Il “giallo” del titolo lasciava presagire il carattere degli scritti che vi avrebbero trovato spazio, riferendosi all’usanza dei librai parigini di avvolgere in carta gialla i libri di argomento lascivo. Oltre a Oscar Wilde, numerosi scrittori di varia origine e tendenza, come Henry James, Max Beerbohm, George Moore, in talune poesie lo stesso Yeats, andato poi per altre e assai diverse vie, si mossero entro quest’atmosfera. All’elenco è da aggiungere Baron Corvo, pseudonimo di Frederick Rolfe, che contribuì alla rivista con una serie di racconti agiografici scherzosi appresi da un contadinello di nome Toto – da cui il titolo originale: Stories Toto told me – che qui presentiamo in prima edizione italiana.
- 978-88-9380-281-9
- 2024
- €15.00
Frederick Rolfe (1860-1913), meglio conosciuto come Baron Corvo, pseudonimo che ricevette – pare – dalla duchessa Sforza Cesarini, ed ispirato a un personaggio del poema Philip Sparrow dell’eccentrico poeta rinascimentale John Skelton («the Raven, called Rolfe»), all’età di ventisei anni si convertì al cattolicesimo; ma dopo un breve noviziato allo Scott's College di Roma, fu dichiarato non idoneo al sacerdozio. Tale insuccesso fu motivo ispiratore di Hadrian the Seventh (1904). Rolfe, che aveva già esordito come scrittore nel 1898 con Stories Toto told me, seguito nel 1901 da Chronicles of the House of Borgia, vivrà gli ultimi anni della sua vita errabonda a Venezia, dove scriverà The desire and pursuit of the whole (1934). Deve la sua fama postuma alla biografia di Arthur Symons, The quest for Corvo (1934).
Giuseppe Balducci (1992) ha studiato presso l’Università degli Studi di Bari, dove si è laureato in Lettere con una tesi sulla sezione di emblematica del Fondo speciale «Mario Praz» (Fondazione Primoli, Roma) presso la cattedra di Bibliografia e Biblioteconomia. Si è occupato di narrativa e saggistica italiana e straniera, con contributi, tra gli altri, su Mario Praz, Pierre Loti e Henry de Montherlant. Ha curato, tra le altre, le seguenti edizioni: Mario Praz, Misteri d’Italia (Torino, 2022); Marcel Proust, Soggiorno a Venezia (Milano, 2022); Pierre Loti, Uomo di mare (Torino, 2023); Henry de Montherlant, Giulio Cesare. Dialogo con un’ombra (Torino, 2023). È membro della Society for Emblem Studies (Utrecht University) e della Bibliographical Society of America (BSA).
Giovanni Balducci (1988), saggista, ha curato tra gli altri Soggiorno a Venezia (Luni, Milano) di Marcel Proust e Fede e avvenire (Bonanno, Acireale-Roma) di Giuseppe Mazzini. Suoi scritti sono apparsi su «CulturaIdentità», «Barbadillo», il «Sole24Ore». È autore dei saggi La vita quotidiana come gioco di ruolo (Mimesis, Milano-Udine) e Sotto la cupola del vero. Breviario della Tradizione (Solfanelli, Chieti).