Arturo Paoli
DIALOGO DELLA LIBERAZIONE
Scritto nel 1969, a due anni dalla promulgazione della Populorum progressio e a pochi mesi dalla Conferenza dell’episcopato latinoamericano di Medellin, Dialogo della liberazione è considerato il libro più importante della ricca produzione di Arturo Paoli e sintetizza in modo mirabile l’esperienza di quasi un decennio trascorso in Argentina dal piccolo fratello di Gesù, inviato in una delle località più povere del pianeta a rendere testimonianza del Vangelo. Convinto che l’America latina sia la terra che per storia, religiosità e cultura possa essere la più pronta a comprendere l’essenza liberatrice del messaggio evangelico, cerca di dare una risposta alle domande di un giovane interlocutore che si è avvicinato a lui e lo interroga sul senso della vita, della storia, della società. Ne scaturisce un libro che a differenza delle successive opere della teologia della liberazione, non si sofferma solo o principalmente sulla questione politico sociale, ma rivela l’intenso significato della parola liberazione in ogni aspetto e momento della vita dell’uomo. Sicché, come scrisse a suo tempo Nazareno Fabbretti con parole che mantengono una loro attualità, il libro interpella tutti noi, obbligandoci a fermarci, «a ritrovare noi stessi, a ricostruire il nostro mondo».
- 978-88-8419-582-1
- 2012
- €35.00
Arturo Paoli (Lucca, 30 novembre 1912) viene ordinato sacerdote nel 1940, durante gli anni della guerra contribuisce a salvare centinaia di ebrei e per questo riceverà il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni dallo Stato di Israele e la medaglia d’oro al valore civile dalla Presidenza della Repubblica Italiana. Nel 1949 la Segreteria di Stato del Vaticano lo chiama a Roma come vice assistente nazionale della Gioventù cattolica. Nel 1954 viene allontanato e incaricato di imbarcarsi come cappellano nelle navi di emigranti in Argentina. Durante un viaggio incontra un religioso dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld ed entra nella Congregazione. Nel 1959 viene inviato in Sardegna, tra i minatori della regione Iglesias, per fondare una Fraternità. A 42 anni lascia l’Italia, la prima tappa della sua vita in America Latina è l’Argentina, a Fortin Olmos con i boscaioli. La povertà, le diseguaglianze sociali e le privazioni umane diventano i temi della sua predicazione. Anche Paoli finisce nell’elenco dei condannati a morte dal regime. Si salva in Venezuela, dove risiede dal 1974, prima a Bojò, poi a Monte Carmelo e infine a Caracas. Nel 1985 Paoli si trasferisce in Brasile, prima a Sao Leopoldo poi a Foz do Iguaçu, dove fonda progetti di promozione umana. Nel 2005 torna definitivamente in Italia, a Lucca, dove vive tuttora nella Casa Beato Charles de Foucauld di San Martino in Vignale.