Pietro Giannone
DISCORSI SOPRA GLI ANNALI DI TITO LIVIO
vol. I - II - III
Con questa edizione dei Discorsi sopra gli Annali di Tito Livio, che segue a quelle dell’Apologia de’ teologi scolastici e dell’Istoria del pontificato di Gregorio Magno (ambedue apparse nel 2011 in questa stessa collana) e a quella de L’Ape ingegnosa (apparsa già nel 1993 in altra sede), si conclude la pubblicazione dei quattro voluminosi trattati che Pietro Giannone scrisse durante la sua lunga prigionia nelle carceri sabaude. Di essi i Discorsi, che seguirono il loro autore nei vari trasferimenti carcerari, sono insieme il primo e l’ultimo in ordine di tempo. Concepiti nel carcere di Miolans poco dopo l’arresto (marzo 1736), più o meno contemporaneamente alla Vita, essi raggiunsero una redazione compiuta a Ceva nei primi mesi del 1739. In anni posteriori, però, il Giannone tornò a lavorare sull’opera, arricchendola di una nutrita serie di spesso copiose aggiunte. Negli ultimi mesi di vita, infine, nel carcere di Torino attese a una seconda redazione, che la morte (marzo 1748) gli impedì di portare a termine. La presente edizione contiene in veste critica sia la prima redazione sia la seconda rimasta incompiuta, che non è solo più ampia della prima, ma si distingue da essa anche per una veste linguistico-lessicale in parte diversa. L’introduzione si sofferma, dopo una dettagliata descrizione del lungo iter testuale dell’opera (che contempla anche la questione delle sue fonti e la genesi delle altre opere del carcere), soprattutto sul modo di lavorare e sulla lingua del Giannone, che hanno ricevuto finora scarsa attenzione.
- 978-88-8419-942-3
- 2019
- €100.00
Pietro Giannone (1676-1748), filosofo e giurista, esponente di spicco dell’Illuminismo italiano, si appassionò anche agli studi storici dedicandosi per ben vent’anni alla stesura della sua opera storica più conosciuta Dell’istoria civile del regno di Napoli (1723), che gli causò numerosi problemi con la Chiesa per il suo contenuto. Dopo varie pellegrinazioni, giunse a Ginevra, patria del calvinismo, dove compose un altro lavoro dal forte sapore anticlericale Il Triregno. Del regno terreno, Del regno celeste, Del regno papale (pubblicato postumo solo nel 1895) che gli costò nuovamente la persecuzione delle alte sfere ecclesiastiche culminate con la sua cattura. Durante gli anni della prigionia scrisse l’Apologia de’ teologi scolastici e l’Istoria del pontificato di Gregorio Magno. Nonostante l’abiura (1738), morì nella prigione del mastio della Cittadella di Torino il 17 marzo del 1748.
Paul van Heck è stato per un quarantennio docente di letteratura italiana all’Università di Leiden (Olanda). Si è occupato di molteplici aspetti della tradizione classica italiana, con attenzione speciale alla filologia (edizione delle prime Odi barbare del Carducci), alla fortuna della letteratura italiana fuori d’Italia, e alla traduzione (ha curato traduzioni commentate in olandese di tutte le principali opere di Machiavelli).