Niccolò Machiavelli
DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO
a cura di Ugo Dotti
Pubblicati a Roma nel 1531 i Discorsi sono divisi in tre libri: il primo tratta dell’organizzazione delle repubbliche nel loro interno; il secondo della loro politica estera; il terzo è d’argomento militare. A un primo sguardo parrebbe che le due opere quasi si oppongano: qui – nei Discorsi – la celebrazione del vivere libero e civile; là – nel celeberrimo libretto – l’esaltazione della dittatura del principe. A veder bene le cose stanno in modo un poco diverso e per quanto distanti anche da un punto di vista stilistico – veemente e accesa la prosa del Principe, molto più serena e pacata quella dei Discorsi – i due scritti sono profondamente congiunti nel generale e comune proposito di dar vita a uno Stato che, fondato su un saldo ordine giuridico, garantisca libertà e indipendenza. In tal senso Machiavelli sembra prefigurare lo Stato di diritto repubblicano.
- 978-88-8419-800-6
- 2016
- €30.00
Niccolò Machiavelli (1469-1527), filosofo politico, storico letterato tra i più influenti del suo tempo. Tra il 1512 e il 1525 compone quasi tutte le sue opere più importanti: Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Il Principe, Dialoghi dell'arte della guerra, Discorso sopra il riformare lo stato di Firenze; nel 1520 ottiene l’incarico di scrivere la storia di Firenze, Istorie Fiorentine, che completa nel 1525. Negli stessi anni si colloca anche la sua attività più propriamente letteraria: il poemetto satirico L’asino d’oro, la commedia La Mandragola, nel 1518, capolavoro del teatro rinascimentale, e la commedia Clizia, nel 1525.
Ugo Dotti professore emerito di letteratura italiana, ha particolarmente dedicato i suoi studi a Petrarca e a Machiavelli. Per l’editore Aragno ha pubblicato, oltre all'intero epistolario, il De remediis utriusque fortunae e la Vita di Petrarca. Ha quindi edito la prima traduzione integrale del Policratico di Giovanni di Salisbury, la Storia d’Italia di Francesco Guicciardini e la Istoria del concilio tridentino di Paolo Sarpi.