Narrare in versi la Storia è sempre stata, fin dai tempi di Omero la massima ambizione dei letterati, quasi che la poesia possedesse in sé un potere catartico, la virtù di trasformare il prosaico in lirico, e con l’ausilio dei versi e della metrica potesse rendere immortale anche la più comune delle scritture. A questo principio si è attenuto Paolo Brera affrontando due secoli di storia patria, dalla Repubblica Cisalpina ai giorni nostri e ricorrendo, secondo le buone usanze, all’ironia che è d’obbligo in simili componimenti, quando si giudica il nostro passato con la lente dello storico più che del cronista. Un modo originale, quello adottato dall’autore, di rendere omaggio a figure e fatti ben degni di essere ricordati da noi contemporanei e quindi sottratti alla polvere del Tempo. (Carlo Castellaneta)