Gaetano Mosca
ELEMENTI DI SCIENZA POLITICA
con uno scritto di Piero Gobetti
La prima esperienza politica di Mosca gli è stata data dall’osservazione della piccola borghesia travagliata dalle cricche locali. Il deputato maestro di corruzione. La vita parlamentare complice degli accaparramenti dei magnati delle province. Il governo demagogico pronto a vendere le sue concessioni per crearsi dei partigiani. Per effetto di queste lusinghe: tutti ministeriali. I partiti maschera di interessi particolari, di rivalità personali. La nazione era immatura: della democrazia si vivevano tutti gli equivoci, ma non si trovavano i vantaggi per l’assenza delle premesse obbiettive ed economiche. In queste condizioni la questione di essere conservatori era questione di essere galantuomini. Anche Mosca ha la nostalgia per l’ancien régime, perché «quei regimi avevano un non so che di paterno, e l’antica bonarietà del carattere nazionale, ora purtroppo in gran parte perduta, avvicinava i grandi ai piccoli e li legava reciprocamente con un sistema di clientele allora quasi generale». Tutti questi pensieri rimarrebbero anacronistici e nulla sarebbe intravvisto dell’Italia futura, Italia democratica e liberale, in cui la lotta politica sarà diventata questione di responsabilità, di intransigenza, di serietà calvinista, Mosca insomma sarebbe soltanto il galantuomo lealista della terza Italia invece del cafone borbonico, se a questo punto non balenasse la scoperta geniale del concetto di élite politica. La teoria di Mosca della classe dirigente è veramente una di quelle idee che aprono distese infinite di terre alla ricerca degli uomini.
- 978-88-9380-159-1
- 2021
- €35.00
Gaetano Mosca (Palermo, 1858 - Roma, 1941) è stato un giurista e storico delle dottrine politiche. Professore nell'Università di Torino dal 1896, poi nell’Università commerciale “Bocconi” di Milano, infine nell'Università di Roma, dal 1923 al 1933. E’ stato Deputato al Parlamento per due legislature consecutive (dal 1908), Sottosegretario di Stato per le Colonie nei due Governi Salandra (dal 1914 al 1916), Senatore del Regno (dal 1919), socio nazionale dell’Accademia dei Lincei (dal 1930).