Guido Piovene
«FALSITA’ DELLE CONFESSIONI»
Quasi un'autobiografia
a cura di Sandro Gerbi
Il culto dei ricordi vissuti e la meditazione sul significato della memoria sono nell’opera di Piovene temi ricorrenti, quasi ossessivi: «Ricordare è un dovere, e vi è un rimorso del ricordo omesso o tradito». Non a caso si autodefinisce, nella Coda di paglia, «uno scrittore di memoria» e, nelle Furie, «un visionario di cose vere». Dunque, cultore dei ricordi, sì, ma refrattario allo stesso tempo a ricostruire con precisione le molte vicende della sua vita: «Vedo la falsità di tutte le biografie e autobiografie, vere ed immaginarie, di tutto ciò che si racconta in base a una gerarchia di valori che è soltanto un arbitrio». Ecco spiegati titolo e sottotitolo del presente volume. La maggior parte degli scritti qui proposti (sedici su venti) è uscita sul quotidiano «La Stampa», tra il ’54 e il ’63. Il ‘montaggio’ e la scansione cronologica riflettono le simpatie e le idiosincrasie del curatore. Non hanno alcuna pretesa di completezza, anche se suggeriscono un percorso esistenziale. E toccano registri vari, come varia è stata la vicenda umana del loro autore. Si alternano quindi pagine più intime con altre più ‘pubbliche’, pagine più narrative o più saggistiche, più dettagliate o più impalpabili, più calme o più scattanti. Si tratta comunque sempre di scritti brevi, unificati – oltre che dall’io del protagonista – dallo stile: sempre naturalmente morbido ed elegante, anche quando gli argomenti affrontati siano drammatici o scabrosi. Non vi è nulla di ‘autentico’ nello schema ovvero nella scelta dei pezzi qui riuniti. Piovene non lo avrebbe mai concepito in questo modo né tanto meno avallato, specie se realizzato da altri. Eppure, se è vero che l’«assillo dei ricordi», come un tarlo sottile, penetra ogni sua pagina, il nostro ‘abuso’ sarà sperabilmente perdonato.
- 978-88-8419-729-0
- 2015
- €15.00
Guido Piovene (Vicenza, 1907-Londra, 1974), narratore e giornalista, è stato mitico inviato speciale de «La Stampa», «Corriere della Sera», «Il Giornale»: del suo talento giornalistico sono documento i volumi: De America, Madame la France, Viaggio in Italia. Tra i suoi romanzi: Lettere di una novizia, I falsi redentori, Le Furie (Aragno, 2009), Le stelle fredde. Nel ’71 ha vinto il premio Strega con Le stelle fredde. E, poco prima della morte, ha partecipato, con Montanelli e Bettiza, al varo del «Giornale». Messo sotto accusa negli anni Sessanta per alcuni suoi articoli antisemiti pubblicati sotto il fascismo, si «confessò» nel libro La coda di paglia (1962), suscitando polemiche a non finire.
Sandro Gerbi (1943), storico e giornalista, ha pubblicato fra l’altro: Tempi di malafede. Piovene e Colorni (1999, 2012); Raffaele Mattioli e il filosofo domato (2002, 2017); Mattioli e Cuccia (2011); e, con Raffaele Liucci, Indro Montanelli (2014). Per l’editore Aragno, ha curato scritti di Vergani, Piovene, Malagodi, Baffi, Cuccia, Visentini, Antonello Gerbi. Per due decenni ha collaborato alle pagine culturali del «Sole 24 Ore» e del «Corriere della Sera».