Antonio Ranieri
GINEVRA O L'ORFANA DELLA NUNZIATA
a cura di Vincenzo Guarracino
Considerato dall'amore stesso come necessario attestato del suo impegno etico e civile, all'indomani del suo ritorno in patria, il romanzo Ginevra o l'orfana della Nunziata è un'opera di vibrante denuncia, forse la prima di tal genere, non solo delle condizioni miserevoli, in cui versano gli infelici ospiti degli istituti di assistenza minorile, ma più in generale del destino cui sono inesorabilmente votati gli «esposti», «innocenti» o «trovatelli» che siano a partire dall'abbandono alla «ruota» del borbonico brefotrofio partenopeo della Santa Casa dell'Annunziata: un vero e proprio «documento umano, un reportage, su una realtà viva e concreta, di degrado materiale e morale della Napoli del 1835». Una storia «napoletana», dunque, in tempo reale e con le stimmate brutali e brucianti di una città dalle enormi contraddizioni, incentrata su uno dei capi saldi più ostentali della sua cultura e «civiltà», quello della cura e del rispetto dell'infanzia, che viene svuotato di credibilità attraverso la rappresentazione dell'inferno di un'istituzione dai foschi connotati.
- 978-88-8419-274-9
- 2007
- €30.00
Antonio Ranieri nacque a Napoli nel 1806. Discepolo negli anni della post-adolescenza di Basilio Puoti, frequentò per tuta la vita uomini di cultura anticonformisti e innovativi. preso di mira dal regime borbonico, emigrò presto, facendo esperienze di vita e di studio a Roma e a Firenze, dove conobbe Giacomo Leopardi e frequentò Pietro Colletta, Gabriele Pepe, Gino Capponi, Niccolò Tommaseo e Pietro Giordani, intellettuali che gravitavano attorno a Giampietro Vieusseux e alla sua rivista «Antologia». In seguito viaggiò in Europa, a Parigi, Ginevra, Berlino, Bruxelles, Londra: poi, il 10 settembre 1834, tornò a Firenze, dove iniziò il sodalizio con Leopardi, durato fino alla morte del poeta nel 1837. Nel 1839 pubblicò il romanzo Ginevra, cui fecero seguito opere storiche e di militanza politica. Nel 1861, subito dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, venne eletto deputato e nel 1882 senatore: intanto, nel 1880, aveva dato alle stampe Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi. Morì nel 1888, lasciando i manoscritti leopardiani alla Biblioteca Nazionale e il suo patrimonio al Monte della Misericordia per avviare la costruzione di un ospedale.