Per molti anni, quasi quotidianamente, Ennio De Concini ha frequentato un gruppo di ricoverati in un ospedale psichiatrico. Sono stati e rapporti molti diversi: un sorriso, un'occhiata, il racconto di un'avventura, due parole sgrammaticate scritte su un muro, un'esplosione incontri di furore che rapidamente diventa risata o viceversa, la richiesta di una sigaretta che nasconde il bisogno di un lungo dialogo o semplicemente di un contatto umano. Un materiale vastissimo. L'autore lo ha annotato, registrato, in qualche caso volutamente dimenticato e poi riscoperto, fino a quando non ha sentito la necessità di riscriverlo, alla ricerca di una dimensione profondamente saggia, talvolta agghiacciante, comunque mai gelidamente scientifica, della verità psicologica, morale e poetica della realtà di oggi. Stupore, rabbia, allegria, malinconia, dolore, speranza, condanne assoluzioni, sberleffi, immagini grottesche e angosciose: ci si accorge così al termine della lettura, che il significato più segreto delle contraddizioni nelle quali viviamo, se sfugge spesso a chi è ufficialmente "sano", si incide invece profondamente nell'animo di chi è ufficialmente "diverso", permettendogli di essere l'interprete e il critico più immediato, più acuto, e spesso più onesto, della nostra vita quotidiana, nei suoi valori universali.
- 978-88-8419-181-5
- 2004
- €13.00
Ennio de Concini (1923), laureato in filosofia, è commediografo e giornalista. È stato redattore capo de «La fiera letteraria». Ha esordito nel cinema come aiuto regista di De Sica in Sciuscià (1946). Ha scritto più di 200 film tra i quali ricordiamo: Il ferroviere e Il maledetto imbroglio di Germi, Guerra e pace di Vidor, Il grido di Antonioni, Operazione San Gennaro di Risi, I cannoni di San Sebastiano di Verneuil, Salon Kitty di Brass e Il giovane Toscanini di Zeffirelli. Ha vinto un Oscar per il miglior soggetto originale e per la migliore sceneggiatura con Divorzio all’italiana; e numerosi sono i premi che gli sono stati assegnati, tra gli altri il "Premio Opera Prima" a Venezia con La lunga notte del ’43 di Florestano Vancini e la "Palma d’Oro" a Cannes per il film L’inverno li farà tornare di Henry Colpi. Ha diretto due film: Daniele e Maria con Peter Firth e Gli ultimi 10 giorni di Hitler con Alec Guinness. In televisione ha avuto grande successo con La piovra 1, 2, 3 e inoltre con Storia d’amore e d’amicizia, Quei trentasei gradini, Disperatamente Giulia e Per odio, per amore. Appassionato di storie di santi, ha scritto i testi a commento dell’installazione curata da Emanuele Luzzati per la millenaria abbazia di Farfa; tra i suoi libri Il Frate volante sulla figura di San Giuseppe da Copertino.