Claudio Magris
IBSEN IN ITALIA
Lezioni Sapegno 2008
Antigone, Ulisse, Don Chisciotte, Pierre Bežuchov o Josef K. non sono soltanto immortali personaggi di immortali testi letterari, possenti segni in un perfetto sistema di segni, ma contano nella nostra vita in quanto rivelazione di un suo senso o non-senso che, trasmesso dalla letteratura e soltanto dalla letteratura, trascende quest’ultima. Nessuno di noi sarebbe quello che è – nel suo essere, nel suo sentire, nel suo modo di amare, nelle sue speranze e nelle sue paure – se non avesse letto alcuni grandi libri che hanno contribuito a formare la sua persona. Cosa sarebbe Borges senza le antiche spade delle saghe norrene o il mito del Minotauro? Del resto, come ha ricordato Roberto Alonge nella sua monografia, non solo in Italia, ma anche altrove Ibsen è stato visto come una cartina al tornasole o un osservatore meteorologico di tutta una crisi di civiltà (Claudio Magris).
- 978-88-8419-390-2
- 2008
- €10.00
Claudio Magris germanista e critico, è nato a Trieste nel 1939. Si è laureato all’Università di Torino dove è stato ordinario di Lingua e Letteratura tedesca dal 1970 al 1978. È ora docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. Collabora al «Corriere della Sera» e a diversi altri quotidiani e riviste. Traduttore di Ibsen, Kleist e Schnitzler, ha pubblicato numerosi saggi, fra i quali: Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (1963), Wilhelm Heinse (1968), Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971), Dietro le parole (1978), Itaca e oltre (1982), Trieste. Un'identità di frontiera (in collaborazione con Angelo Ara, 1982), L'anello di Clarisse (1984), Illazioni su una sciabola (1986), il testo teatrale Stadelmann (1988), Un altro mare (1991) e Microcosmi che ha ricevuto il Premio Strega 1998. Nel 2001 ha pubblicato Utopia e disincanto, libro che raccoglie un’ampia scelta della sua produzione saggistica tra il 1974 e il 1998.