Milano, «la città più città d'Italia» (Verga), ha una fisionomia difficile da definire, ma la sua identità metropolitana continua a fondarsi sull'eredità di un patrimonio di valori che hanno radici nelle stagioni dell’Illuminismo e del Romanticismo: la ragionevolezza tollerante e antidogmatica, la predilezione per “le cose serie cose sode”, la schiettezza dei sentimenti di cordialità affabile, il rifiuto della retorica, la passione per la cultura come impegno etico. Giovanna Rosa illustra il modello di civiltà ambrosiano rivisitando le opere dei suoi protagonisti letterari, prima e dopo l’Unità: da Porta a Manzoni, da Boito a Dossi, da Neera a De Marchi. Ne emerge vivida la ricchezza del contributo offerto dall’intellettualità milanese alla formazione della coscienza nazionale in epoca moderna, nelle fasi di slancio espansivo e nei momenti di crisi acuta: le lotte risorgimentali e le inquietudini scapigliate, i fervori dello scientismo positivista e l’avvio burrascoso del Novecento.
- 978-88-8419-149-1
- 2004
- €16.00
Giovanna Rosa (Milano, 1950), docente di Letteratura italiana contemporanea alla Università Statale di Milano, membro del comitato scientifico della mod (Società italiana per lo studio della modernità letteraria), si è occupata soprattutto della civiltà del romanzo e delle articolazioni del patto narrativo. Ha pubblicato Il mito della capitale morale (1982), Il romanzo melodrammatico (1990), Cattedrali di carta. Elsa Morante romanziere (1995) e La narrativa degli Scapigliati (1997); per il volume einaudiano della Storia d’Italia - Le Regioni, dedicato alla Lombardia (2001), ha scritto La cultura letteraria della modernità.