All’apparire sui radar di Fabio Donalisio – un paio di «Quaderni italiani» fa – era parso d’obbligo riferirsi al «risus purus» di Beckett: quello che ride, spietato, «di tutto ciò che è infelice». Si partiva con una riscrittura di A se stesso in cui rintoccavano, argentine campanelle funebri, lo slogan di Qohèlet e lo stigma che l’Irlandese, all’esordio, prelevava appunto da Leopardi: e fango è il mondo. Sbucato dal fondo della Provincia Granda Donalisio distillava, già allora, atrabile sopraffina. Ma ora dispiega a tutta forza il suo spettacolare cattivo umore. Se il suo resta uno «sweet no style», come lo chiamava appunto Beckett («dolce stil niente», potremmo azzardare), ora si articola nei modi quasi d’un trattato, o bimembre project album piuttosto (evocata è L’arte della guerra di Sun Tzu): davvero una parola che «progredisce nella negazione». «Eppur si muore»: perché «l’arte della guerra», a scanso di equivoci, «è perderla». Echi stravolti di massacri lontani non sono altro, allora, che allegorie del male di vivere: nella sacca, nel pentolone-spopolatoio che ritma la mattanza, precipitati siamo tutti noi. Finché non ci resterà che «spazzare» la «brace dal camino / del forno». Le parole, prestidigitate su una glassarmonica da Campo, non sono che «accumulatori valvolari di dolore; / la lunghezza del finale – il punto a corona – è (tutto) nelle mani / dell’esecutore». Non è l’unica metafora musicale di un libro che per metà s’intitola all’Arte della fuga: le mirlitonnades, i petits riens di Donalisio sono un perlage di efferatezze, un pointillisme di crudeltà, mini-clusters di disperazione. Di «portata inaudita» è la «fuga del volto» di chi non trova rifugio perché l’inseguitore – come nel Film dell’Irlandese, già – è quello nello specchio. Non solo il «noi» è una «vuota entità pronominale»; quella di inesistere resta l’unica volizione di chi scandisce, ove ancora non fosse chiaro: «io col futuro credo che ho smesso». Andrea Cortellessa
- 978-88-8419-883-9
- 2018
- €12.00
Fabio Donalisio Fabio Donalisio è nato nel 1977 in provincia di Cuneo. Ha pubblicato miti logiche (ExCogita, 2007), la pratica del ritorno (in Poesia contemporanea. XI quaderno italiano, Marcos y Marcos, 2012), nulla più e nulla meno (Isola, 2013, con i disegni di Marco Corona), ambienti saturi (A27/Amos Edizioni, 2017) e il libro delle cose (Aragno, 2018). Cura le pagine letterarie di “Blowup” ed è tra i fondatori del progetto editoriale Nervi. Cammina