Franco Antonicelli
IL SOLDATO DI LAMBESSA - LA VANIGLIA E ALTRE MEMORIE E INVENZIONI
Alcuni anni dopo lo storico battesimo al microfono datato 28 aprile 1945, quando la sua voce aveva annunciato alla città di Torino la liberazione dai nazifascisti, Franco Antonicelli divenne una presenza assidua nelle case italiane grazie a più serie di fortunati programmi radiofonici. Nel 1956 si decise a raccogliere una selezione di suoi “scritti per essere detti” in un libretto edito dalla Eri e intitolato Il soldato di Lambessa, nella cui presentazione quei testi erano definiti «deliziosi e delicati ricordi personali, vivi ritratti di luoghi e di persone, incontri di letterati e di umile gente, rievocazioni storiche e poetiche […] sui temi della tolleranza, della coerenza, della scelta, e in particolare dell’amore al presente, al mondo che si vive e ai doveri che ci legano ad esso». In seguito, accanto a pubblicazioni promosse dalla Rai quali Piccolo libro di lettura (Eri, 1957), La vita di D’Annunzio raccontata da Franco Antonicelli (Eri, 1964), Calendario di letture (Eri, 1966) e alla successiva antologia di fiabe radiofoniche Le parole turchine (Einaudi, 1973), Antonicelli progettò un’altra raccolta di suoi testi adoperati per trasmissioni. o concepiti per la terza pagina de «La Stampa», che non gli riuscì di realizzare ma per la quale aveva immaginato un titolo che ha ispirato la seconda parte di questo volume: La vaniglia e altre memorie e invenzioni. Tra il settantesimo compleanno della Rai-Tv, il centesimo anniversario della prima trasmissione italiana dell’Uri (poi divenuta Eiar e infine Rai) e il cinquantesimo della morte di Franco Antonicelli, si è dunque pensato di riunire i testi, editi e inediti, delle sue più belle rubriche radiofoniche degli anni Cinquanta, corredandoli con un ricco apparato di note tratte da appunti e taccuini manoscritti di Antonicelli stesso che ci riportano alla sua infaticabile fucina di scrittore e divulgatore.
- 978-88-9380-314-4
- 2024
- €30.00
Franco Antonicelli (1902-1974) non ha mai rinunciato a praticare le sue due grandi passioni, la letteratura e la politica, malgrado non gli sia sempre stato facile conciliarle. Difatti, dopo aver pubblicato nella collana da lui ideata per lanciare la Frassinelli il Moby Dick di Melville e il Dedalus di Joyce tradotti da Pavese, ma anche Il processo di Kafka nella versione di Spaini e altre storiche prime edizioni italiane, nel 1935 deve interrompere tale lavoro a causa del secondo arresto e del confino ad Agropoli cui viene costretto dal regime fascista. Evitato il destino più crudele occorso all’amico Leone Ginzburg, che fu tra gli ultimi a veder vivo nelle carceri di Regina Coeli, Antonicelli è nominato Presidente del Cln piemontese. Dopo la guerra torna a fare l’editore con la sua De Silva portando anche in libreria, nel 1947, il Se questo è un uomo di Levi rifiutato dall’Einaudi. Da allora a quando viene eletto Senatore della Repubblica alle politiche del 1968 e del 1972 nelle liste della Sinistra indipendente, Antonicelli presiede il Museo Nazionale del Risorgimento, l’Unione culturale che oggi porta il suo nome, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza, il Circolo della Resistenza, il Centro studi Piero Gobetti e l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza; continuando sempre a scrivere elzeviri, saggi, recensioni d’argomento letterario e reportage come quelli riproposti recentemente nel volume D’improvviso l’Italia (Passigli, 2022). Inoltre, come testimoniano i testi editi e inediti qui raccolti, tra la fine degli anni Quaranta e il 1968 Antonicelli è uno dei principali autori e conduttori di trasmissioni radiofoniche della Rai, che gli affidò anche uno dei primi programmi televisivi d’informazione libraria avviato nella stagione 1953-54 e interrotto per divergenze di ordine politico con il governo di allora.