Oswald Spengler
IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE
Parte prima
traduzione e cura di Giuseppe Raciti
Finora si è letto Spengler come il pletorico apologeta di una civiltà perduta (Kultur) e il fustigatore della corruzione metropolitana (Zivilisation). È giunto il momento di riconsiderarlo alla luce diaccia della contemporaneità. L’opera di Spengler si rivela di fatto un autentico «viaggio al termine della notte», alla ricerca spasmodica delle risorse necessarie a contenere la dissipazione entropica dell’Occidente. In questa prospettiva, il probabilismo statistico (la futura teoria del caos) e il socialismo etico sono le due fonti, una scientifica e l’altra filosofica, a cui la Zivilisation può attingere rinnovata potenza e «superare se stessa» – o sia, nel senso di Nietzsche, «tramontare».
- 978-88-8419-915-7
- 2017
- €40.00
Oswald Spengler (1880-1936), ha legato la sua fama all’opera, Der Untergang des Abendlandes (Il tramonto dell’Occidente), concepita già prima della guerra mondiale e pubblicata a Monaco subito dopo la sua fine, tra il 1918 e il ’22. In essa sono chiaramente avvertibili i segni della profonda crisi cui la Germania si andava avviando in quegli anni, insieme con le conseguenze più radicali alle quali lo storicismo tedesco appariva destinato. In questa direzione sempre di Spengler meritano di essere ricordati gli scritti: Der Mensch und die Technik (L’uomo e la tecnica, Aragno, 2016); Politische Schriften (1933); Jahre der Entscheidung (Anni della decisione, 1933); Urfragen. Fragmente aus dem Nachlass (Essere umano e destino. Frammenti e aforismi, 1965).