Piero Chiara
IN VIAGGIO
Introduzione di Federico Roncoroni
Piero Chiara amava viaggiare e viaggiò molto. Lo faceva per divertimento, o per incontrare gli amici, o per il suo lavoro di scrittore, o perché attratto da un richiamo del passato, quando città antiche lo invitavano a scoprire che “la realtà era superiore ai suoi sogni”. Qualunque fosse la ragione, la spinta a partire era la curiosità che lo animava di vedere nuovi paesi, gustare dal vero la bellezza di opere d’arte di cui aveva letto nei libri, capire popoli diversi. Così fu per la Spagna, il Paese che più amava («una terra dove si incontrano tutte le civiltà, dove le pietre romane fanno da base agli archi moreschi»), gli Stati Uniti (dove fu più volte, dal 1966 al 1970), la Cecoslovacchia (sulle tracce di Casanova) e naturalmente le città italiane, che rivide più volte, sempre con occhi differenti. Luoghi di cui Chiara ci ha lasciato memoria nelle cronache che soprattutto fra gli anni ’50 e ’60, prima del grande successo letterario, inviò ai giornali coi quali collaborava: L’Italia, Giornale del Popolo, La Prealpina, Gazzetta Ticinese. Articoli scritti per il piacere di raccontare, di descrivere città e paesi, di far rivivere personaggi storici e evocare i valori culturali delle epoche passate, ma che pure sono vere e proprie opere narrative, non solo per ciò che dicono ma anche per il modo in cui lo dicono: con la semplicità, la leggerezza e la chiarezza che saranno il sigillo del Piero Chiara maggiore.
- 978-88-8419-970-6
- 2019
- €25.00
Piero Chiara (1913-1986) ha scritto racconti e romanzi il cui palcoscenico è spesso rappresentato dalla vita di provincia. Tra le sue opere di narrativa, Il piatto piange (1962), La stanza del vescovo (1976), Il cappotto di astrakan (1978), Una spina nel cuore (1979), Il capostazione di Casalino e altri 15 racconti (1986) e il postumo Saluti notturni dal passo della Cisa (1987).
Federico Roncoroni , scrittore e viaggiatore, si occupa di linguistica e di autori italiani dell’Ottocento e del Novecento. È stato collaboratore e amico di Piero Chiara, che lo ha lasciato erede del suo patrimonio letterario, affidandogli il compito di occuparsi dei suoi scritti editi ed inediti.