Benjamin Fondane
LA COSCIENZA INFELICE
traduzione e cura dell'edizione italiana di Luca Orlandini
La coscienza infelice è una delle opere capitali della filosofia esistenziale degli anni Trenta. Apparsa nel 1936, andrà presto esaurita. Il suo autore, Benjamin Fondane (1898-1944) – giovane poeta, filosofo e critico rumeno espatriato in Francia nel 1923 – rappresenta un’evoluzione e una continuazione della rivolta attraverso l’assurdo del metodo ironico e irrazionalista del filosofo russo emigrato in Francia Lev Šestov, maestro di Fondane; senza dimenticare che il filosofo russo avrà un’enorme influenza su autori fondamentali del Novecento: quali G. Bataille, D. H. Lawrence, A. Camus, E. M. Cioran, C. Milosz, J. Brodskij, tra gli altri. Benjamin Fondane sarà l’unico vero erede diretto di Šestov, non tanto ideale quanto ispirato. La coscienza infelice non sarà «una semplice volgarizzazione della filosofia del suo maestro, ma un’applicazione originale delle sue tesi». Sarà l’adesione incondizionata alla sua filosofia esistenziale, a partire dal 1929, «a permettergli di decostruire la tradizione del logos nata con Atene». Da allora Fondane «non cesserà di denunciare un conflitto profondo tra la “realtà” prodotta dalla cultura razionalista e l’esistente al singolare, tra il sapere e il non-sapere dei poeti e di certi mistici, tra Atene e Gerusalemme». È la strenua difesa della possibilità del metafisico (analogamente a G. Leopardi), ovvero dell’osmosi tra fisiologia, psicologia e il metafisico, della fertile alleanza tra biologia e gnosi nella lettura dei fenomeni del mondo e della vita umana. Un territorio che coinvolge credenti e non credenti, giacché l’errore più grave sarebbe quello di pensare che il “metafisico” possa essere quasi l’esclusiva prerogativa del sovrannaturalismo religioso, della Bibbia e non solo, quando in realtà è immanente a ogni vera arte – in senso assoluto – e a ogni attività intelligente.
Luca Orlandini
- 978-88-8419-765-8
- 2016
- €28.00
Benjamin Fondane (Iași, novembre 1898 – Auschwitz, 1944), autore fondamentale per la cultura europea, è stato un poeta, filosofo esistenziale, sceneggiatore, drammaturgo e cineasta romeno di origine ebraica. Inizialmente fu uno scrittore in lingua romena e partecipò ai circoli dell’avanguardia di Bucarest prima di trasferirsi a Parigi nel 1923. Là vi sviluppò, ai margini dei gruppi e delle scuole, la sua opera di poeta e di critico, scrivendo in francese. Divenuto discepolo del filosofo russo Lev Isaakovič Šestov, si dedicò a far conoscere il suo pensiero, a svilupparne le implicazioni nell’ambito della poesia. Durante la guerra collaborò a varie pubblicazioni clandestine. Denunciato dalla Gestapo, in quanto ebreo, fu deportato ad Auschwitz e venne gasato il 2 o 3 ottobre del 1944. Tra le sue opere maggiori: Rimbaud le Voyou [1933], La Conscience malheureuse [1937], Baudelaire et l’expérience du gouffre [1947], Rencontres avec Léon Chestov [1982].
Luca Orlandini ha curato e tradotto in Italia le maggiori opere di Benjamin Fondane: Baudelaire e l’esperienza dell’abisso (2013), La coscienza infelice (2016), In dialogo con Lev Šestov. Conversazioni e carteggio (2017), usciti presso Aragno, e una prima edizione del Falso Trattato d’estetica. Saggio sulla crisi del reale (2014), poi pubblicato in una nuova edizione rivista e ampliata presso la Aragno (2021) . Sempre per i tipi di Aragno, ha pubblicato il saggio critico La vita involontaria. In margine al Baudelaire e l’esperienza dell’abisso di B. Fondane (2014) e Ritorno agli elementi (2020); nel 2017 ha curato la nuova traduzione, e prima edizione annotata criticamente, di L. Šestov, La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche.