Alfredo Oriani
LA RIVOLTA IDEALE
a cura di Lorenzo Ornaghi
Scritta in cento giorni e pubblicata nel 1908, l’anno prima della morte dell’autore, La rivolta ideale rappresentava, a giudizio di Oriani stesso, il suo «libro migliore». Che però – era stato ancora Oriani a temere così, o a presagirlo – «cascherà nel solito pozzo del silenzio». Il modo in cui il volume viene inizialmente accolto sembra avverare la premonizione dello scrittore faentino. Soltanto dopo alcuni anni l’attenzione e l’interesse si accendono, all’improvviso e inaspettati, allorché l’editore Laterza, ricorrendo al consiglio di Benedetto Croce, incomincia a ristampare numerose opere di Oriani e, per la loro «viva ricchezza spirituale», le segnala come il frutto di «un artista oggettivatore di drammi d’anime». Il successo arriva con il fascismo. Ed è un successo grande, che crescerà lungo tutta l’età fascista. A giudizio di Benito Mussolini, il quale già nel 1909 – fra i pochissimi estimatori – l’aveva giudicata «magnifica», l’opera conclusiva di Oriani rispecchiava, «in uno stile conciso, tacitiano che basterebbe da solo a costituire la gloria di uno scrittore», tutti i problemi, le passioni, le angosce e le speranze «del nostro tempo». L’opera-testamento di Oriani è riuscita a sfuggire alla dannazione cui la fortuna nell’età del fascismo sembrava inesorabilmente destinarla. Come se una sorta d’irregolare andamento ciclico ne guidasse le sorti sin dagli anni in cui la sua nascita venne avvolta dal silenzio, La rivolta ideale manifesta una sorprendente attualità nelle stagioni della storia più pesanti o ristagnanti. E, insinuandosi tra le emozioni e le insoddisfazioni di chi vive con fatica una simile stagione senza però rinunciare a una ragionata confidenza non soltanto nel futuro ma anche nel valore del presente, ogni volta e con forza fa udire l’ambivalente richiamo, ora allarmante ora suasivo: «L’ideale solo è vero».
- 978-88-8419-721-4
- 2015
- €20.00
Alfredo Oriani nato a Faenza nel 1852 in una famiglia della piccola aristocrazia romagnola e scomparso il 18 ottobre 1909, lo stesso giorno in cui nacque Norberto Bobbio, ebbe un’infanzia difficile. Scontroso e solitario, rivelerà queste caratteristiche anche nei suoi scritti. A Roma frequenta la facoltà di Giurisprudenza, per poi entrare nello studio di un legale a Bologna. Trasferitosi a Casola, nella valle del Senio, Oriani trascorse la vita nella villa di famiglia, amareggiato dalle continue delusioni per il silenzio oppure l’insuccesso con cui le sue opere venivano accolte: romanzi, testi teatrali, saggi di teoria politica e storia, attività giornalistiche. Gelosia del 1894, e Vortice, del 1899, sono i due romanzi più significativi. Alla storia italiana dedicò Fino a Dogali (1889), in cui analizzò le cause della crisi religiosa ed economica della nuova Italia. La lotta politica in Italia (1892), ripubblicato nel 2011 per i tipi di Aragno, discute le vicende storiche italiane dal Medioevo al Risorgimento. La rivolta ideale (1909) è il suo ultimo lavoro. Un’edizione delle sue opere complete fu curata da Benito Mussolini, che vedeva in lui il precursore delle sue idee. Ma Oriani sarà letto, discusso, e variamente apprezzato da Benedetto Croce come da Agostino Gemelli, da Giovanni Gentile o da Antonio Gramsci, che lo considerò «il rappresentante più onesto e appassionato per la grandezza nazional-popolare italiana fra gli intellettuali italiani della vecchia generazione» (Quaderni del carcere), e ancora da Giovanni Spadolini, nel dopo-guerra, e da Norberto Bobbio.
Lorenzo Ornaghi , allievo di Gianfranco Miglio, dal 2002 al 2012 è stato Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ha insegnato Scienza politica e Storia del pensiero politico. Ha fondato e diretto l’Aseri (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali), di cui è ora Presidente onorario. Dal novembre 2011 all’aprile 2013 ha ricoperto l’incarico di Ministro per i Beni e le Attività Culturali.