Eugenio Battisti
L'ANTIRINASCIMENTO
2 TOMI INDIVISIBILI
L'epistemologia del negativo si impone in tutti i campi. È stato Bachelard a mostrarlo, più ancora di Hegel. In fisica, si sono rivelati indispensabili alcuni termini – pensiamo alla sorprendente nozione di anti – senza i quali per definizione non si può porre alcuna realtà «rappresentabile». In psicologia, l'inconscio svolge un po' il medesimo ruolo: puro simbolo o no, l'inconscio invita a esplorazioni che non possono venir formulate prescindendo da esso. Obscurum per obscuris – è stato detto. Può darsi, ma l'ordine del sapere è fatto in modo che la penetrazione delle apparenze richiede oggi nozioni negative e paradossali. Ho l'impressione che Eugenio Battisti abbia voluto fare con il suo Antirinascimento qualcosa di analogo [...] L'opera di Battisti è una specie di millepiedi; non procede in modo facilmente distinguibile, rimette sempre tutto in causa. In un flusso di riferimenti «introvabili» (un po' alla Foucault), tende infine a immergere la cultura del rinascimento, compresa la grande arte, in una sorta di bagno «antropologico» e a mettersi da parte per vedere, con malizia e insieme con onestà, cosa ne verrà fuori (André Chastel)
- 978-88-8419-226-9
- 2005
- €50.00
Eugenio Battisti (1924-1989), critico e storico dell’arte, professore emerito della Pennsylvania State University, ha insegnato nelle università di Genova, Firenze, Reggio Calabria, Milano e Roma. Formatosi sotto la guida di L. Venturi, ha dedicato le sue attenzioni di studioso particolarmente al manierismo. È stato tra i fondatori della rivista «Marcatré». Tra i suoi saggi, si ricordano: Rinascimento e Barocco (Torino, 1960), Piero della Francesca (Milano, 1971), L’arte come invenzione (Milano, 1972), Filippo Brunelleschi (Milano, 1976).