Gabriele d'Annunzio
LE DIT DV SOURD ET MVET QUI FVT MIRACVLÉ EN L’AN DE GRÂCE 1266
a cura di Matteo Veronesi
Le dit du sourd et muet (ora tradotto per la prima volta in italiano, ma scritto dall’autore in francese, l’amata lingua di «Francia la dolce» appresa in gioventù, e divenuta, dopo l’esilio in terra di Francia a partire dal 1912, una vera e propria seconda lingua, e insieme un’altra anima, una seconda natura, una risonanza ulteriore della sensibilità e del pensiero) è l’ultimo romanzo di D’Annunzio (esteta raffinato, eroe militare, seduttore implacabile e sottilmente perverso, grande poeta e romanziere di formazione simbolista, vissuto fra Ottocento e Novecento, erede della grande tradizione italiana e nel contempo interprete originale del pensiero e del messaggio di Schopenhauer, di Nietzsche, di Wagner), e il suo più sentito e potente testamento spirituale, sebbene sempre contrassegnato da quella ricerca dell’artificio, della stilizzazione e dell’elaborazione formale che rappresentano per lui, paradossalmente, nella sofisticazione, nella mistificazione, nella maschera, la vera e più profonda autenticità. Siamo di fronte all’ultimo atto, all’estrema testimonianza, dolente e insieme affascinata, di un intellettuale europeo, dall’anima duplice, italo-francese, anzi molteplice, universale, ansiosa di abbracciare ogni esperienza, ogni realtà e ogni sollecitazione, bruciandole e sublimandole nel fuoco vivo dello stile. E tutto abbracciano queste pagine, vergate in un francese prezioso, arcaicizzante, raffinatissimo, tradotte con una prosa volutamente vicina a modi dannunziani: lo strazio cruento e fatale della guerra e del sangue come la morbida e vibrante sensualità, l’esattezza storica dell’ambientazione in un avventuroso e fiabesco medioevo come l’evasione esotica e sognante. Il protagonista (mitizzato alter ego dell’autore, figura proiettata in un medioevo quasi da Nome della Rosa, ricolmo e pullulante di misteri e di avventure) è uno studente di teologia che, sordomuto dalla nascita, riacquista magicamente e miracolosamente l’udito e la parola, scopre i piaceri amorosi, l’esaltazione artistica ed intellettuale, la folle e sanguinosa gioia guerriera del crociato che si scaglia contro gli infedeli e punisce senza pietà i traditori, l’orgoglio e la destrezza del cavaliere che seduce e possiede, quasi per sortilegio erotico, la bellissima ed esotica principessa sognata e bramata, infine la voluttà semplice, aurorale e limpida dell’acqua e del pane, simboli della sapienza, del nutrimento e della purificazione. Il lettore ha la sensazione di entrare in una cattedrale gotica, e affondare lo sguardo nella luce multicolore delle vetrate che lentamente, lungamente si immerge e si dissolve nella penombra, e seguire mentalmente la silenziosa musica, il tacito ritmo dei bassorilievi, dei capitelli e delle arcate, e vagare per gli spazi risonanti delle navate.
Matteo Veronesi
- 978-88-8419-569-2
- 2012
- €12.00
Gabriele d'Annunzio (1863-1938), poeta, scrittore e giornalista, collaboratore di varie riviste quali «Cronaca bizantina», «Tribuna», «Nuova Antologia», «Il Convito», e di quotidiani come il «Mattino», il «Corriere di Napoli» e il «Corriere della Sera». Della sua vasta produzione letteraria, si ricordano: Il trionfo della morte (1893), La vergine delle rocce (1896), Il Fuoco (1900), i tre libri delle Laudi (Maia, Elettra, Alcione), cominciate nel 1899), Forse che sì forse che no (1910), il quarto libro delle Laudi (Merope, 1911-1912). Per la produzione teatrale, segnaliamo: Sogno d’un mattino di primavera (1897), Francesca da Rimini (1901), La figlia di Iorio (1903), La fiaccola sotto il moggio (1905), Sogno d’un tramonto d’autunno (1905), La nave (1907) e Fedra (1909).
Matteo Veronesi nato a Bologna nel 1975, è dottore di ricerca in Italianistica. Oltre ad aver pubblicato saggi letterari su varie riviste (fra cui «Poesia», «Poetiche», «Testo», «Atelier», «Il Domenicale», «Bibliomanie») e curato edizioni di Seneca, Poe e Pirandello per l’editore Barbera, è autore del libro Il critico come artista dall’estetismo agli ermetici (2006) e della monografia Pirandello (2007) e curatore di Luigi Orsini tra letteratura, musica e arte (2006).