Giovanni Botero
LE RELAZIONI UNIVERSALI
Parte V (vol. 3)
a cura di Alice Blythe Raviola
Abbiamo lasciato Botero a metà tra l’urgenza del viaggio nella sua contemporaneità e i lacci dell’ortodossia controriformistica. Lo abbiamo lasciato al termine di un opus magnum che tuttavia non era, per lui, concluso. Ritrovandolo alle prese con capitani illustri e discorsi agiografici da indirizzare al principe, abbiamo avvertito, fra le pagine delle Relazioni aggiuntive, che gli Stati e gli imperi e il mondo in cui essi interagivano continuavano a essere al centro delle sue riflessioni. La famosa Parte quinta ne è la dimostrazione. Perché gli Stati e gli imperi nel mondo non stavano fermi ed è la loro mutevolezza geo-politica la chiave per comprendere il testo che qui si pubblica. Nelle parole dell’autore: «al presente a scrivere la quinta parte mi son mosso, nella quale, senza uscir di questa inclita corte, io ho dato una scorsa a tutto il mondo et in esso le alterazioni degli Stati che da trenta o poco più anni in qua sono avvenute e le loro cagioni compreso e notato». L’ultimo giro di Botero si snoda così, ancora, fra i quattro continenti cogniti alla ricerca dei cambiamenti più significativi e al vaglio degli equilibri confessionali, al tempo stesso causa e termometro di un’instabilità endemica, imprevedibile e pur sempre affascinante.
- 978-88-8419-924-9
- 2017
- €30.00
Giovanni Botero (1544-1617), nativo di Bene Vagienna, educato giovanissimo presso il Collegio dei Gesuiti di Palermo, maestro di retorica a Macerata e a Loreto, quindi in Francia e poi a Roma e Milano, segretario di Carlo e Federico Borromeo, nel 1589 pubblicò a Venezia, per i tipi di Giovanni Giolito de’ Ferrari, i dieci libri della Ragion di Stato. Un anno prima aveva dato alle stampe un altro saggio fondamentale, il Delle cause della grandezza e magnificenza delle città, mentre nel 1591 sarebbe apparsa la prima edizione delle Relazioni universali: al di là delle sue molte altre opere, il trittico lo avrebbe consacrato alla fama europea e gli avrebbe offerto nuove prospettive d’impiego. Botero, che aveva lasciato la Compagnia di Gesù nel 1580 in seguito a screzi interni e a una forma di malinconica depressione, accettò di servire il duca Carlo Emanuele I di Savoia e nel 1599 divenne precettore dei suoi tre figli maggiori. In seguito al soggiorno spagnolo del 1603-1606 – di cui anche I capitani sono frutto – si occupò dell’educazione degli altri due principi,Tommaso e Maurizio, e scrisse, nelle vesti di abate di San Michele della Chiusa, alcuni componimenti di soggetto religioso ripiegandosi in un pacato raccoglimento spirituale.
Blythe Alice Raviola è ricercatrice in Storia moderna presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Metodologia dello studio della storia. Membro dell’Instituto universitario “La corte en Europa” (IULCE) dell’Università Autonoma di Madrid, per i tipi di Nino Aragno ha curato l’edizione delle Relazioni universali, in tre volumi (2015-2017) e de I capitani con altri discorsi curiosi (2017).