Giovanni Botero
LE RELAZIONI UNIVERSALI
Parte I-IV (voll. 1-2)
a cura di Blythe Alice Raviola
DUE VOLUMI INDIVISIBILI
Le Relazioni universali sono un testo denso, complesso, scritto per accumulazione con l’obiettivo di mostrare ed esaltare lo stato del cattolicesimo nel mondo sul finire del Cinquecento. Ma la Parte prima è innanzitutto un viaggio, un viaggio virtuale fra i quattro continenti: l’Europa familiare eppure non priva di lande oscure; l’Asia antichissima e via più conosciuta grazie alle spedizioni dei gesuiti; l’Africa incognita e mitica del Prete Gianni; infine il Mondo nuovo, l’America, terra di scoperte e di tragiche contaminazioni. Il tessuto geografico così riccamente delineato – frutto di letture eterogenee, copiature clamorose (dalla raccolta di Giovan Battista Ramusio, per esempio, o da José de Acosta) e rielaborazioni concettuali però acute ed autonome – costituisce lo sfondo interattivo delle altre tre Parti dedicate rispettivamente ai sovrani del pianeta e alla loro grandezza, ai culti diffusi per l’orbe e all’introduzione del cristianesimo in partibus infidelium. Ne emerge un affresco totale (geografico, politico, antropologico, messianico, davvero universale) tale da aver subito proiettato il suo autore, già celeberrimo per la Ragion di Stato, nel novero dei massimi pensatori del suo tempo, nonché degli storici, dei geografi e persino, a detta di alcuni interpreti, dei primi demografi. Meraviglia, urgenza, novità, servizio al principe, ideologia e fama di Botero: questi i fili rossi dell’Introduzione che suggerisce per il testo tutto – ampliato, tradotto in varie lingue, edito a più riprese nel corso del Seicento – una rilettura attenta all’epoca di transizione in cui fu concepito, all’idea di civiltà che vi è sottesa e alla straordinaria capacità di analisi dei sistemi politici e delle confessioni religiose, talune delle quali, allora come oggi, confliggenti.
- 978-88-8419-722-1
- 2015
- €60.00
Giovanni Botero (1544-1617), nativo di Bene Vagienna, educato giovanissimo presso il Collegio dei Gesuiti di Palermo, maestro di retorica a Macerata e a Loreto, quindi in Francia e poi a Roma e Milano, segretario di Carlo e Federico Borromeo, nel 1589 pubblicò a Venezia, per i tipi di Giovanni Giolito de’ Ferrari, i dieci libri della Ragion di Stato. Un anno prima aveva dato alle stampe un altro saggio fondamentale, il Delle cause della grandezza e magnificenza delle città, mentre nel 1591 sarebbe apparsa la prima edizione delle Relazioni universali: al di là delle sue molte altre opere, il trittico lo avrebbe consacrato alla fama europea e gli avrebbe offerto nuove prospettive d’impiego. Botero, che aveva lasciato la Compagnia di Gesù nel 1580 in seguito a screzi interni e a una forma di malinconica depressione, accettò di servire il duca Carlo Emanuele I di Savoia e nel 1599 divenne precettore dei suoi tre figli maggiori. In seguito al soggiorno spagnolo del 1603-1606 – di cui anche I capitani sono frutto – si occupò dell’educazione degli altri due principi,Tommaso e Maurizio, e scrisse, nelle vesti di abate di San Michele della Chiusa, alcuni componimenti di soggetto religioso ripiegandosi in un pacato raccoglimento spirituale.
Blythe Alice Raviola è ricercatrice in Storia moderna presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Metodologia dello studio della storia. Membro dell’Instituto universitario “La corte en Europa” (IULCE) dell’Università Autonoma di Madrid, per i tipi di Nino Aragno ha curato l’edizione delle Relazioni universali, in tre volumi (2015-2017) e de I capitani con altri discorsi curiosi (2017).