Bruno Pischedda
L'IDIOMA MOLESTO
Cecchi e la letteratura novecentesca a sfondo razziale
Premio Viareggio-Rèpaci 2016
Con buona pace degli opinionisti odierni, il pregiudizio antisemita e antinegro trovò largo spazio tra i letterati italiani del primo cinquantennio novecentesco. Bruno Pischedda si concentra su un celebrato prosatore come Emilio Cecchi e di qui allarga lo sguardo a una sorprendente casistica, che comprende romanzieri e critici di vaglia, ebrei in conflitto con se stessi, monsignori propensi all’intrigo. Tutti – tra il sorgere del secolo e il varo delle leggi coloniali e razziali – contribuirono al diffondersi di un ‘idioma’ ostile e gerarchizzante. Per rendere chiare le intemperanze e le vociferazioni tendenziose dei molti protagonisti, il libro esamina testate giornalistiche del tempo, cronache di viaggio, chiacchierati convegni, carteggi personali: sempre avendo cura delle stesure originarie e degli eventuali aggiustamenti a seguire. Ne risulta un volume inconsueto, molto mosso, ricco di documenti ancora vergini e meritevole della massima attenzione: una sorta di biografia intellettuale, di racconto intransigente, che nelle zone di maggiore pregio artistico reperisce anche le basi di una visione discriminatoria.
- 978-88-8419-756-6
- 2015
- €20.00
Bruno Pischedda insegna Produzione letteraria nell’Italia otto/novecentesca presso l’Università degli studi di Milano. È stato direttore del mensile «Linea d’ombra» e collaboratore per l’inserto domenicale di «Il Sole 24 Ore». Tra i suoi saggi: La grande sera del mondo. Romanzi apocalittici nell’Italia del benessere (2004); Mettere giudizio. 25 occasioni di critica militante (2006); Scrittori polemisti. Pasolini, Sciascia, Arbasino, Testori, Eco (2011). È anche autore di due romanzi: Com’è grande la città (1996, 2008) e Carùga blues (2003).