Antonio Giolitti, Luigi Longo
L’OCCASIONE DEL ’56
Alla ricerca del socialismo
a cura di Andrea Ricciardi
Il 1956 è stato un anno fondamentale del ’900, non solo per il mondo comunista. Il XX congresso del PCUS e la pubblicazione del rapporto segreto di Krusciov, l’avvio della destalinizzazione e la repressione sovietica della rivoluzione in Ungheria influirono sulla ricerca dell’alternativa al capitalismo, mettendo in discussione il socialismo reale come mai era avvenuto prima e, in Italia, generando un profondo mutamento nei rapporti tra PCI e PSI. In questo libro, a settant’anni di distanza, si affronta lo scontro politico-culturale tra il vicesegretario del PCI Luigi Longo e Antonio Giolitti che, nei primi mesi del 1957, si sostanziò in un’aspra querelle ideologico-editoriale che portò Giolitti, critico verso la linea di Togliatti, a dimettersi dal PCI. Nel volume, introdotto da un saggio di ricerca del curatore, si ripubblicano Riforme e rivoluzione di Giolitti e Revisionismo nuovo e antico di Longo che, con altri scritti e documenti proposti in appendice, chiariscono i termini del confronto e ben rappresentano il modo di intendere la politica da parte di intellettuali e dirigenti di partito nel ’900.
- 978-88-8419-826-6
- 2017
- €15.00
Antonio Giolitti (1915-2010), antifascista e partigiano, ha svolto un ruolo centrale nella storia italiana del dopoguerra nella sua triplice figura di dirigente politico, di governante e di intellettuale della sinistra. Deputato alla Costituente e nelle due prime legislature repubblicane per il PCI, nel 1957 ha aderito al PSI, partito per il quale è stato deputato dal 1958 al 1979. Commissario CEE (1977-85), eletto senatore come indipendente nelle liste del PCI nel 1987, nel 1992 si è ritirato dalla politica attiva. Pubblicista, traduttore e consulente editoriale, tra i suoi saggi si ricordano Riforme e rivoluzione (1958) e Un socialismo possibile (1967).
Luigi Longo (1900-1980), militante socialista, dopo il congresso di Livorno e fino al 1928 fu tra i più attivi dirigenti del movimento giovanile comunista. Membro (dal 1933) della commissione politica del Comintern, organizzatore (1935) a Bruxelles di un congresso contro la guerra italo-etiopica, commissario politico poi ispettore generale delle brigate internazionali in Spagna, nel 1939 in Francia fu fatto internare e, più tardi confinato a Ventotene. Liberato dal governo Badoglio, fu uno dei capi della guerra partigiana e dell’insurrezione. Dal 1946 fu ininterrottamente deputato del PCI, diventandone prima segretario generale (1964) e successivamente presidente (1972). Tra i suoi scritti: Sulla via dell’insurrezione nazionale, 1943-45 (1954); Le brigate internazionali in Spagna (1956); I centri dirigenti del PCI nella Resistenza (1973); Chi ha tradito la Resistenza (1975); Continuità della Resistenza (1977).
Andrea Ricciardi , storico dell’Università degli Studi di Milano, si occupa di storia politica e culturale del ’900, con particolare riferimento a vicende e figure del movimento operaio e dell’antifascismo giellista e azionista. Ha scritto e curato libri su Leo Valiani, Gino Giugni, Vittorio Foa e Riccardo Lombardi.