Albert Camus
MISERIA DELLA CABILIA
introduzione di Laura Barile; traduzione di Marco Vitale
Nel giugno 1939, a tre mesi dallo scoppio della seconda guerra mondiale, il quotidiano democratico «Alger républicain» pubblica, con il titolo Misère de la Kabylie, un breve denso vibrante reportage in undici puntate a firma di un suo giovane collaboratore, Albert Camus. È una inchiesta mossa dall’indignazione per lo stato di degrado e di indigenza in cui versa la popolazione della Cabilia, una vera e propria requisitoria contro l'amministrazione coloniale francese. «In una delle regioni più belle del mondo – scrive Camus – un intero popolo patisce la fame» e vive in un avvilimento «che neanche gli schiavi conoscevano». Sdegno e misura, professionalità e esattezza di documentazione caratterizzano lo stile di questo straordinario reportage. Camus, teso come sempre alla verità delle cose, tenta infine anche qualche ipotesi di soluzione, nello spirito dell’incontro e della convivenza fra popoli diversi che fu la sua utopia. Il testo è tradotto per la prima volta integralmente in italiano. Era stato ripreso, con alcuni tagli, dall’autore e inserito in Actuelles III: Chroniques algériennes 1939-1958, pubblicate da Gallimard nel 1958, quando ogni ipotesi di ricomposizione era ormai impensabile di fronte al precipitare della crisi algerina.
- 978-88-8419-538-8
- 2011
- €10.00
Albert Camus tra i maggiori scrittori del Novecento, nacque a Mondovi, in Algeria, nel 1913. Fra i suoi romanzi Lo straniero (1942), La peste (1947). Fra i lavori teatrali Caligola (1938), Stato d’assedio (1948), fra i saggi Il mito di Sisifo (1942), L’uomo in rivolta (1951). Nel 1957 ottenne il premio Nobel per la letteratura. Morì a Villeblevin, in Francia, nel 1960, in seguito a un incidente di automobile.
Laura Barile insegna all’Università di Siena e si è occupata di editoria (Elite e divulgazione nell’editoria italiana dall’Unità al Fascismo, 1991) e quotidiani (II Secolo 1876-1921, 1980), e, infine, di poesia: in particolare Sereni (1995) e Il passato che non passa e altri scritti su Vittorio Sereni (2003). Su Montale, oltre all’edizione degli inediti Quaderno genovese (1983) e Lettere e poesie 1923-25 a Bianca e Francesco Messina (1995), ha scritto Adorate mie larve. Montale e la poesia anglosassone (1990, Premio Ossi di seppia) e Montale, Londra e la luna (1998). Ha esordito nella narrativa con i racconti di Oportet (1997, premio Calvino). Ha ricevuto il premio per le Letterature Europee (Tartufari) 2007 della Accademia dei Lincei.