Senza la traduzione latina del Corpus Hermeticum greco compiuta da Marsilio Ficino nel 1463 non sarebbero esistiti né una corrente di pensiero fra le più fertili dell’età moderna quale l’ermetismo filosofico, né il mito del Trismegisto filosofo, sacerdote e re, primo anello della catena dei prisci theologi e fondatore di una docta religio che anticipava la teologia e i misteri del Cristianesimo: chi ha letto i testi attribuiti al Trismegisto dalla fine del Quattrocento a tutto il Settecento, in Europa e non solo, lo ha fatto quasi sempre servendosi della versione ficiniana. Rileggerla oggi, in un’edizione critica che dà conto della natura e della fortuna (ma anche delle filologiche disavventure) del testo nei manoscritti e nelle antiche edizioni a stampa, significa contemplare l’origine di quel nesso tra teologia e scienza, fisica e metafisica, teoresi ed empirismo che fu peculiare dell’ermetismo moderno.
978-88-8419-528-9
2012
€15.00
Mercurius Trismegistus
nome dato al presunto autore degli scritti ermetici (sec. II-III). In realtà è una figura storicamente inesistente, nata dall'identificazione, avvenuta in epoca ellenistica, del dio greco Hermes (dio della parola e come tale messaggero di Zeus) col dio egiziano Thot (dio delle lettere, della misura, dei numeri). A questa mitica figura greco-egiziana, considerata depositaria della parola e della sapienza divina, furono attribuiti quegli scritti che presero perciò il nome di ermetici.