Francesco Algarotti
POESIE
a cura di Anna Maria Salvadè
Fin dagli anni di apprendistato a Bologna Francesco Algarotti si dedica all’esercizio della poesia, cui affida uno dei progetti più ambiziosi della propria carriera letteraria. Dapprima fedele agli orientamenti della scuola d’Arcadia, egli avverte ben presto i limiti di una lirica d’occasione asservita alla rima, e con la ‘lettera’ in endecasillabi sciolti si fa portavoce, alle soglie dell’età dei Lumi, di una nuova maniera poetica. Sui versi, sottoposti a un lungo processo correttorio, e non più raccolti in volume dopo la stampa di Nizza del 1783, è sceso tuttavia il silenzio, per i pregiudizi di una storiografia romantico-risorgimentale che ha voluto vedere nel ‘contino’ veneziano il campione di un Settecento frivolo e ‘infranciosato’. L’insieme della produzione poetica viene ora proposto integralmente con il corredo di un ampio commento che, oltre a fornire le indispensabili coordinate storico-critiche, intende fare luce sugli snodi di una vocazione ‘filosofica’ spesso ardua, evidenziandone il ventaglio delle suggestioni, da Orazio ad Alexander Pope. In appendice si presentano, con essenziale apparato informativo, i titoli della limitata tradizione estravagante, dalla giovanile raccolta di Rime (1733) ai pochi componimenti apparsi postumi.
- 978-88-8419-397-1
- 2009
- €25.00
Francesco Algarotti (1712-1764), scrittore, saggista e collezionista d’arte. Fin dagli anni di apprendistato a Bologna, si dedica all’esercizio della poesia, cui affida uno dei progetti più ambiziosi della propria carriera letteraria. Dapprima fedele agli orientamenti della scuola d’Arcadia, Algarotti avverte ben presto i limiti di una lirica d’occasione asservita alla rima, e con la ‘lettera’ in endecasillabi sciolti si fa portavoce, alle soglie dell’età dei Lumi, di una nuova maniera poetica.
Anna Maria Salvadé dottore di ricerca in Italianistica, collabora alle attività del Dipartimento di Filologia moderna dell’Università degli Studi di Milano. Oltre ad alcuni contributi su V. Monti, G. Carducci e sui rapporti fra letteratura e scienza nel Sette-Ottocento, ha pubblicato il volume Imitar gli antichi. Appunti sul Castiglione (Milano, 2006).