Grytzko Mascioni
POESIE
vol. I (1952-1982); vol. II (1983-2003)
a cura di Simone Zecca; con una testimonianza di Andrea Zanzotto
L’amore, il viaggio, il confine eletto a emblema identitario e metafora dell’ “altrove”: sono solo alcuni dei temi con i quali si è confrontata la poesia di Grytzko Mascioni nell’arco di un cinquantennio, dalle precoci prove adolescenziali in ambito lombardo-retico fino alla maturità nomade, spesa instancabilmente tra Svizzera, Grecia, Croazia e Francia. La lirica di Mascioni rappresenta la narrazione di un itinerario esistenziale, una sorta di mitologia privata che si esplica attraverso una concezione classica del fare poetico, animato da uno stato di grazia autenticamente mozartiano.
«La sua produzione lirica, fine e delicata, votata alla natura e alla bellezza, è ricca di una certa angoscia che non riesce a travolgere l’insieme».
Andrea Zanzotto
«…l’invincibile tendenza a scarabocchiare fogli volanti, il meccanico gesto del marinaio che appunta a ogni scalo la turbolenza del vento e la temperatura dell’acqua».
Grytzko Mascioni
- 978-88-8419-725-2
- 2015
- €50.00
Grytzko Mascioni (Villa di Tirano 1936-Nizza 2003), poeta narratore e saggista, si è occupato di radio, televisione, cinema e arti visive. Ha collaborato dalla fondazione (1961) alla Televisione della Svizzera Italiana, e ha in seguito diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria (1991-1996). È autore di testi di poesia, tradotti in diverse lingue: Il favoloso spreco (1968), I passeri di Horhkeimer (1969), Poesia 1952-1982 (1984), La vanità di scrivere (1992), Zoo d’amore (1993), Dostaje svjetlost (1993), Oblika Srca (1999), La rose des temps (2000) e A tenera sorpresa (2000); e di narrativa: Carta d’autunno (1973), Cleopatra e una notte (1981), La notte di Apollo (1990), Di libri mai nati (1994), Puck (1996) e il postumo Tempi supplementari (2008). Come saggista, si è dedicato prevalentemente allo studio della civiltà e dei miti della Grecia antica: Lo specchio greco (1980), Saffo (1981), La pelle di Socrate (1991) e Mare degli immortali (1991). Per l’opera complessiva ha ricevuto il Premio Internazionale Dubovica-Hvar (1993) e il Grand Prix Schiller (2000).