Withholding pattern del libro di Federico Federici – tra le voci giovani, oggi, di maggiore consapevolezza concettuale: portato sicuro della sua vocazione interdisciplinare – è la misura. Quella del tempo e quella dello spazio, come fisica insegna, si implicano a vicenda; e strumento di tale misura è la luce. Il concetto ha poi, com’è ovvio, una valenza metapoetica. Anche il verso è una misura, unità di senso della fisiologia umana in quanto presa di respiro, e insieme principio costruttivo della pagina e del libro: come ha insegnato una volta per tutte Amelia Rosselli. Non a caso ricorre, nel testo, la parola «rima». Non perché sia poesia “in rima”, questa (che pure ci propone, sempre, costrutti formali attentamente congegnati): ma perché, etimologicamente, la rima è la “fessura” che percorre il terreno e, così definendolo, istituisce un territorio (ci si ricorda del mito della fondazione di Roma). Come nelle piste megalitiche di Nazca, disegnate dagli antichi Incas rivolgendosi ai loro dèi, o come in una certa misterica pagina del Gordon Pym di Edgar Allan Poe, il disegno che compongono queste rime non è immediatamente intelligibile, rinviando a una definizione che si prolunga indefinitamente, interminabilmente forse, nello spazio e appunto nel tempo. La nota dell’autore allude al proprio testo come a un organismo vivente, o un conglomerato geologico, che la pubblicazione si limita a fotografare in un grado del suo farsi. Come un archeologo, o un cacciatore-raccoglitore, il lettore è chiamato a decifrare questi segni, e magari ad avventurarsi a percorrerli a sua volta: «a margine del paesaggio, un segno certo, di passaggio». Andrea Cortellessa
- 978-88-9380-133-1
- 2021
- €15.00
Federico Federici è nato nel 1974. Laureato in fisica, vive e lavora tra l’Appennino ligure e Berlino. Si occupa principalmente di poesia, poesia visiva, scrittura asemica, installazioni e videoarte. Tra i suoi libri L’opera racchiusa (2009, Premio Lorenzo Montano); Requiem auf einer Stele (2010); Appunti dal passo del lupo (2013, collana a cura di Eugenio De Signoribus); Dunkelwort (2015); Mrogn (2017, Premio Elio Pagliarani); A private notebook of winds (2019). Nel 2008 ha curato e tradotto dal russo Sono pesi queste mie poesie di Nika Turbina. Estratti dall'inedito Maß des Schlafes sono usciti nell'antologia Jahrbuch der Lyrik (2019 e 2020). Ha partecipato a mostre e installazioni come Libri d’Artista dalla Collezione dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, a cura di Francesco Aprile (Palermo, 2019); Scritture sperimentali e di ricerca dagli anni Sessanta a oggi, a cura di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi (L’Aquila, 2019); Brief aus Treblinka, in res.o.nant a cura di Misha Kuball (Jewish Museum, Berlino, 2018-2019).