Piero Dadone
PROVINCIALI DI MONDO
Da millenni i “furbi” d’Europa amano suffragare l’idea della loro superiorità sbertucciando quei compatrioti che considerano ingenui e sciocchi. I pensatori ateniesi commiseravano i traci di Abdèra, per gli inglesi il luogo dei “fooles” era Ghotam, per i tedeschi Schilda, in Olanda Kampen, in Romania Caracal, per i danesi Mols, in Svezia Södertälje, Nazaret per gli antichi ebrei. A Stendhal fu sufficiente trascorrere una notte a Cuneo nel 1818 per bollare i residenti come “beoti”. La celebre battuta di Totò è tuttora eloquente in merito. Un dizionario tedesco del 1920 colloca Cuneo ai vertici di un triangolo con le “sciocche” Abdera e Schilda. Lo sviluppo delle città portò poi a identificare i sempliciotti con i provinciali, gente arretrata, costretta a inseguire la modernità. Con la globalizzazione ampie strati di provinciali arrivano a imitare il way of life metropolitano, intanto che fasce ancora più larghe di metropolitani si provincializzano. Adottando comportamenti che prima ritenevano ridicoli, mentre certi modi di fare ormai à la page in Occidente sono ben più grotteschi delle storielle sui provinciali. L'ossessione per il "look", la mania di fare “ciao ciao” con la manina in tv, gli esodi di massa nei week end, gli strafalcioni grammaticali: non manifestano forse una tendenza della collettività a uniformarsi all’imbecillità attribuita a noi provinciali? Che assistiamo perplessi alla provincializzazione del globo terracqueo.
- 978889380-233-8
- 2023
- €15.00
Piero Dadone , nato a Cuneo nella prima metà del secolo scorso, troppo tardi per partecipare alla Resistenza, just in time per la contestazione sessantottina, frequenta da comunista le istituzioni regionali e comunali. Docente nelle scuole superiori di Geografia economica, che la "business" è prerogativa dei migliori. Giornalista della nidiata del settimanale satirico "Cuore", fondatore dell'Albo d'Onore degli Uomini di Mondo, biografo del duo musicale "Le Gemelle Nete", da un quarto di secolo osserva, racconta e commenta la "provincia" sulle pagine del quotidiano La Stampa. Sostiene di nutrire poche aspettative per il proprio futuro, del cui principale evento che lo vedrà protagonista, cioè il suo funerale, ha già provveduto a descrivere dettagliatamente la cronaca nel presente volume.
Marco Aime (Torino 1956) insegna antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha compiuto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale. Tra le sue numerose pubblicazioni, Gli specchi di Gulliver. In difesa del relativismo, 2006; Una bella differenza. Alla scoperta della diversità del mondo, 2009; Etnografia del quotidiano. Uno sguardo antropologico sull'Italia che cambia, 2014.