Giacomo Trinci
RESTO DI ME
Le tappe (scandite dai titoli in latino ricavati dalla litania di uno dei Carmina Burana) della malattia del padre, e del progressivo avvicinamento alla morte, si trasformano, in questo poema, in un itinerario liturgico (alla Iacopone da Todi) messo in scena in un requiem che paradossalmente celebra la quotidianità fisica ed etica. Il rapporto tra il padre e il figlio è un rapporto di memorie e di proiezioni oniriche, che il poeta rappresenta in modo drammatico e plastico, evidenziano l’effimero della modernità: nelle poesie di Trinci solo il «linguaggio è vita».
- 978-88-8419-079-7
- 2002
- €10.32
Giacomo Trinci è nato nel 1960 a Pistoia, dove vive. Ha pubblicato quattro raccolte di poesie: Cella (1994), Voci dal sottosuolo (1996), Telemachia (1999, collana di G. Raboni), Resto di me (2001), Autobiografia di un burattino (2004), Senz’altro pensiero (2006) e l’antologia La cadenza e il canto (2007). Con l’arabista Francesca Corrao ha tradotto le poesie di Adonis Nella pietra e nel vento (1999) e «Poesia Araba» uscita con «la Repubblica». È stato redattore della rivista letteraria «Pioggia Obliqua», ha collaborato con la rivista del «Gabinetto Vieusseux», «Stilos», «Alias» de «Il Manifesto». Ha scritto e recitato una versione in versi di Pinocchio e Don Chisciotte. È tradotto in arabo e spagnolo.