Yves Bonnefoy
ROMA, 1630
L'orizzonte del primo barocco
traduzione di Diana Grange Fiori e Giacomo Jori
Roma, 1630. È, col Baldacchino del Bernini in costruzione, la data di nascita dell'arte barocca. Ma è anche l'anno nel quale Poussin, non accettando le committenze delle grandi famiglie della Chiesa, decide di lavorare per sé, inaugurando così l'arte moderna col suo bisogno di non avere altro vincolo oltre le proprie esigenze. È allora che si esaurisce il caravaggismo, con Valentin; che Velàzquez di passaggio a Roma, dipinge delle vedute di un giardino che avrebbero attratto Corot. Di là a poco Pietro da Cortona realizzerà il poderoso affresco della volta di Palazzo Barberini; Claude Lorrain, intanto, immagina i suoi porti al tramonto, e nel disegno di una finestra Borromini lascia presagire un'architettura non meno notturna, onirica, della musica di Mozart... Dopo Galileo l'avvenire precipita. Ma intorno al 1630, nella città di Urbano VIII, esso ha trovato un primo grande momento di discrimine e di sintesi. Rome, 1630 è apparso per la prima volta nel 1970. Esce ora in edizione italiana con le note accresciute, con la bibliografia aggiornata e con l'aggiunta di due recenti saggi: Uno dei secoli del culto delle immagini, e Un dibattito del 1630: la "Peste di Azoth" e il "Ratto delle Sabine".
- 978-88-8419-280-3
- 2006
- €35.00
Yves Bonnefoy nato a Tours nel 1923, si è consacrato presto alla poesia e all’analisi critica delle opere d’arte e di poesia. La sua prima raccolta poetica è Du mouvement et de l’immobilité de Douve, 1953, seguita da altre sette, sino alla più recente. Les Planches courbes. Fra i suoi saggi L’Improbable, Rimbaud, Le Nuage rouge, Entretiens sur la poésie, La vérité de parole, Giacometti, Remarques sur le regard, e L’arrière-pays (tr. it. L’entroterra), una riflessione sulla memoria e sul sogno, insieme a numerosi altri studi e a traduzioni di Shakespeare. Il volume più recente, del 2006, è dedicato a Goya, les peintures noires. Sono tradotti in italiano numerosi suoi saggi e quasi tutte le poesie. Dopo l’insegnamento in varie università statunitensi, svizzere e francesi, è stato eletto professore del Collège de France, con la cattedra di Studi comparati della Funzione poetica. Fra i vari riconoscimenti che gli sono stati conferiti vi sono il premio Montaigne (1978), il premio Balzan (1995) e, nel 2005, il premio Pasolini. È dottore honoris causa di alcune Università, tra cui quelle di Chicago e di Edimburgo, del Trinity College a Dublino, e in Italia delle Università di Roma e di Siena.