Fëdor Michailovič Dostoevskij
RUSSIA
L'idea di scrivere un «articolo sulla Russia», qualcosa di simile a un «pamphlet politico», ventilata da Dostoevskij già in una lettera del 1856, quando ancora scontava gli anni del confino come militare a Semipalatinsk, trova concretezza al suo ritorno a San Pietroburgo (fine dicembre 1859) proprio in Russia, un testo che doveva servire da «preambolo» a un ciclo di articoli sulla letteratura russa, nel quale parlare del suo paese in termini più generali dal punto di vista storico, politico e sociale. Il quadro che egli offre della Russia conserva ancora oggi una rilevante attualità perché continuamente vengono messe a confronto Russia ed Europa per sottolinearne le differenze ma anche per segnalarne la complementarità. «Noi russi abbiamo due patrie, la nostra Russia e l'Europa», avrebbe scritto in pagina del 1876 del suo Diario di uno scrittore. L'idea di fondo di Dostoevskij è quella di una compensazione reciproca delle due realtà di Oriente e Occidente, delle due anime presenti nell'Europa. La sua speranza è che anche l'europeo possa esprimere la stessa necessità della Russia, così come egli l'ha espressa per l'Europa e questo a partire da una reciprocità fatta non di stereotipi ma fondata sul rapporto, sulla comunicazione, sulla conoscenza e sul riconoscimento della necessità spirituale della integrazione di Russia e Occidente.
- 978-88-9380-305-2
- 2024
- €18.00
Fëdor Michailovič Dostoevskij (1821-1881), considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi. Già il suo primo romanzo, Povera gente (1846), ricevette gli elogi dei critici contemporanei quali Belinskij e Nekrasov. Nel 1849, per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti, fu arrestato e condannato a morte. L’esecuzione fu sospesa quando egli era già sul patibolo e la condanna comminata in quattro anni di lavori forzati in Siberia. Tra i suoi scritti più celebri: Il sosia (1846), Le notti bianche (1848), Memorie da una casa di morti (1861-62), Umiliati e offesi (1861), Memorie dal sottosuolo (1864), Delitto e castigo (1866), L’idiota (1868-69), I demoni (1871), Diario di uno scrittore (1876-1881), L’adolescente (1875-76), I fratelli Karamazov (1878-80).
Lucio Coco è curatore di importanti edizioni di testi dei Padri della Chiesa quali Giovanni Crisostomo, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa. Si è inoltre interessato alla storia della spiritualità cristiana, approfondendo quella russa, nel cui ambito ha curato la prima edizione del Meterikon nella versio russica di Feofan Zatvornik (Mondadori) e dedicando particolare attenzione al fenomeno dello jurodstvo nella sua declinazione femminile con l'edizione delle Sante stolte della Chiesa russa (Città Nuova). Particolare attenzione ha dedicato allo studio della tradizione gnomologica cristiana greca approntando l'edizione delle Sentenze di Evagrio Pontico, delle Sentenze spirituali di Basilio Magno, Isaia di Scete, Iperechio, Marco l'Eremita e delle Sentenze morali di Fozio (Olschki).