Questi due testi dell'estetica tedesca della seconda metà dell'Ottocento hanno saputo parlare a un pubblico eterogeneo, composto da filosofi, psicologi e fisiologi accademici, ma anche da teorici e storici dell'arte e dell'immagine nonché da artisti, così che non parrebbe eccessivo riconoscerli, nella loro densa vita, quali piccoli classici. Il saggio di Robert Vischer, storico e teorico dell'arte, sul sentimento ottico della forma (1873), e il saggio di suo padre Friedrich Theodor, filosofo, sul simbolo (1887) inoltre, come ricorderà Croce, inaugurano tra l'altro anche quella fortunata e complessa stagione del pensiero filosofico e psicologico, tedesco e poi europeo, che si potrebbe raccogliere sotto il titolo di teoria dell'Einfühlung o empatia.
978-88-8419-127-0
2003
€10.00
Robert Vischer
(Tubinga, 22 febbraio 1847-Vienna 25 marzo 1933), figlio del filosofo Friedrich. Theodor, storico e teorico dell’arte, è considerato fra i capiscuola dell'estetica dell’empatia.
Friedrich Theodor Vischer
(Ludwigsburg, 30 giugno 1807-Gmunden am Traunsee, 14 settembre 1887), filosofo, dal 1837 è docente all’Università di Tubinga, dal 1855 al Politecnico di Zurigo, dal 1866 al Politecnico di Stoccarda. Amico di D.F. Strauss, inizialmente vicino alla sinistra hegeliana, collabora agli «Hallische Jahrbücher» di Ruge, per poi attestarsi su posizioni liberali. Ha fornito significativi contributi di carattere soprattutto estetologico, prima orientati a un hegelismo rivisitato attraverso Schelling e Solger, poi sempre più impostati in chiave psicologica.