Giuseppe Bortoluzzi
SPIRALI DAL BIANCO AL NERO
Non è nuovo alla poesia Giuseppe Bortoluzzi, per gli amici Bepi, raffinato gentiluomo veneziano naturalizzato varesino, notaio, che conta su un’età venerabile essendo nato (a Genova per le contingenze belliche) nel 1918. Più di un secolo. Pungente leggerezza ed eleganza sono i cardini del lavoro poetico di Bepi Bortoluzzi, marginale se consideriamo la severa professione notarile, ma coltivato con passione mai superficiale e mai sopita, anzi che ha preso vigore nella verde vecchiaia. Passione che investe al pari le arti visive, in primis la fotografia, di cui Bortoluzzi è cultore non meno fine, con libri eccellenti. Nella raccolta schewilleriana del 2005, Scusi è lei la mia poesia?, con eco szymborskiana nel titolo, la premessa di Cesare Segre indicava come dominante il gradevole understatement, perseguìto anche nel più recente Fiori e picche del 2009 (ed. Campanotto, con mia presentazione). Ma già Bortoluzzi aveva edito nel 1990 una plaquette solo veneziana dal sottotitolo Versi per gli amici e la famiglia. Ironia, arguzia e grande sapienza di vita tornano a insaporire ora i bei foglietti del quasi-diario poetico del nostro amico. E il titolo attuale, Spirali dal bianco al nero, se sembra riprendere in parte lo spunto cromatico essenziale già accennato in Fiori e picche dieci anni fa, aggiungendo il contrasto, a chiaro emblema delle alternanze esistenziali, fa pensare insieme ai bellissimi ritratti e alle immagini in bianco e nero alla Cartier-Bresson praticati nell’arte fotografica. La sapienza di vita che abbiamo citato include dunque nel nostro libro una gamma duttile e ampia di sentimenti, emozioni, ricordi, altrettanti passaggi di esistenza, di tutte le tonalità (anche nel caro dialetto della giovinezza), tracciate per rapidi tratti, quasi disegnando incisivamente in punta di penna, o fotografando. Con grazia e profondità, con la malinconia e l’allegria pensosa di un sorriso molto consapevole. Clelia Martignoni
- 978-88-8419-982-9
- 2019
- €12.00
Giuseppe Bortoluzzi , di famiglia veneziana, è nato a Genova, dove la famiglia si era trasferita per proteggersi dagli eventi di guerra. Vive da lungo tempo a Varese. Ufficiale degli Alpini, è stato internato in Germania per due anni, avendo rifiutato le lusinghe e gli sconti repubblichini. Bortoluzzi non confessa la sua età a chi la chiede. Risponde, in enigma: se allungo la mano sento i cento.Alla laurea in legge, conseguita presso l'Università di Pavia, è seguita la professione di notaio nella quale, con piede leggero, si è infilata, dapprima la fotografia d'arte ( con pubblicazioni di libri e significativa collaborazione a " Il Mondo" di Pannunzio); poi più maliziosa e penetrante, la poesia. Ha pubblicato ad oggi:- "Buta cò nèvega", raccolta di poesie venete ( L.V.G. Azzate - edizione fuori commercio, 1990), - "Scusi, è lei la mia poesia?", con prefazione di Cesare Segre ( Scheiwiller, edizione 2005), -"Fiori e picche", con prefazione di Clelia Martignoni (Campanotto, edizione 2009), -"Plaquette per, Lu," dedicata alla moglie (L.V.G. Azzate edizione fuori commercio, 2013)