Valtellinese di nascita e torinese di elezione, Giorgio Luzzi è traduttore, critico letterario (soprattutto di poesia), cultore di incroci e commistioni, collezionista di frontiere. Il suo tracciato poetico è caratterizzato in superficie da una densità che riesce tuttavia a parlare attraverso i bagliori ferrigni di un espressionismo non scatenato. Una voce di filigrana intellettuale, ricca di tensioni oppositive, che è documentata da tutti i libri e che si ritrova perfettamente anche in questo. Dentro il percorso ingrato di un dire “oscuro” come può essere oscuro un viaggio di ricerca d’una verità indecidibile, il filo rosso è un linguaggio plurilingue e plurisangue in cui si condensa il senso dell’imprendibile: non altro se non il frutto di una ben dichiarata “inattuale inutilità”. A circolare dappertutto è un senso di degrado, di disfatta, o meglio: di tradimento. Dell’uomo che tradisce se stesso, la rissa nefanda, la “serva istoria”, i conti che non tornano mai, le crepe, le sconfitte, i nodi, i complotti, tra “mondo pesante” e “inganno del pensante”. Sono le lacerazioni ecologiche, “il disonore” che “non ha tregua”, i massacri dei migranti, la raccolta schiava dei pomodori, i mercanti del tutto, oro e dignità, i “lugubri carnami”, la striscia di Gaza e l’odio che divide e la “sordida parete”, le “scacchiere di morte”, il “violentàme”. Nell’itinerario ormai annoso di Giorgio Luzzi, Troppo tardi per Santiago si segnala come il frutto più maturo di un impegno assiduo e risoluto. Così privo di “ornazione”, o di ornato. Così ricco di fiato.
g. t.
- 978-88-8419-708-5
- 2015
- €12.00
Giorgio Luzzi di origini retico-lombarde, è nato nel 1940 e vive a Torino da quattro decenni. Ha pubblicato versi per gli editori L’Arzanà, Crocetti, Donzelli, Marsilio, Neos, Scheiwiller. Suo il romanzo di ambientazione viennese La traversata (2005). All’interno della attività di critico, tra gli scritti in volume, due lavori frutto di studi in area milanese, Poeti della Linea Lombarda (1987) e Poesia italiana 1941-1988: la via lombarda (1989), apparati critici per una antologia di poesie di Zanzotto (1987), un lavoro sulla poesia di Paolo Valesio (Per una storia della poesia di Paolo Valesio, 2008), la cura dei versi ultimi di Turoldo Nel lucido buio (2002). Numerose le collaborazioni a riviste del settore: per anni con i mensili «L’Indice», «Poesia» e le pagine culturali di «La Rinascita»; tuttora stabilmente con «l’immaginazione», con il periodico «Istmi», con l’annuario «Italian Poetry Review» della Columbia University di New York. Ha tradotto poeti francesi (Apollinaire, Prévert, Jammes) e di lingua tedesca (Goethe, Trakl, Rilke, il contemporaneo Volker Braun con Anna Chiarloni).