Giovanni Della Casa
VITA DI PIETRO BEMBO
a cura di Giancarlo Rossi e Claudio Piga
Nello scrivere la Vita Bembi (1550), Giovanni Della Casa tesse un elogio del suo maestro di stile e di vita. Qui per il lettore moderno è interessante soprattutto il concetto di stile, diverso da quello attuale, illustrato nel contesto della vocazione letteraria del Bembo, e con il suo modo di affrontare e risolvere i dilemmi che le vicende personali e la temperie culturale e politica gli ponevano. Spinto dal padre ad abbracciare la carriera politica, Pietro perseguì la gloria delle lettere, sobbarcandosi tuttavia l’onere d’incarichi che l’avrebbero distratto dalla letteratura, almeno in parte. Fu insieme chierico e laico, rinunciò al matrimonio, ma non all’amore; riconobbe pari dignità al latino e al volgare toscano, proponendo un canone selettivo per entrambe le lingue che attingesse alle fonti più alte, anche attraverso un assiduo esercizio di imitazione. Di fatto tracciò una via originale, alla quale si atterranno, dopo di lui, schiere di letterati. Fu scrittore eccellente in italiano e in latino, in versi come in prosa.
- 978-88-8419-802-0
- 2016
- €12.00
Giovanni Della Casa (1503-1556), conosciuto come Monsignor Della Casa, studia dapprima a Bologna, poi a Firenze, sotto la guida di Ubaldino Bandinelli, che lo indirizza verso le materie umanistiche e letterarie. Insieme a Ludovico Beccadelli, amico del Bandinelli, si dedica alla lettura dei classici latini. Nel 1532 intraprende la carriera ecclesiastica a Roma; diventa arcivescovo di Benevento nel 1544 e, sempre nello stesso anno, nunzio apostolico a Venezia. In questo periodo scrive numerosi versi e trattati, ma quando Giulio III viene eletto papa, la sua fortuna declina. Di qui la decisione di ridursi a vita privata, prima a Venezia, poi a Badia di Nervesa. Tra il 1551 e il 1554 scrive la sua opera più famosa, il Galateo, un trattato di buona creanza pubblicato postumo che ebbe larga diffusione in Europa. Nel 1555, un anno prima della morte, viene richiamato a Roma da papa Paolo IV, succeduto a Giulio III, come segretario di stato vaticano.